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Stupidi stupitori

Djakonda picture

Foto Depositphotos

Quando si vuole ad ogni costo attrarre l’attenzione della gente, stupire, far parlare di sé, la trasgressione è la scorciatoia più battuta. E se non basta, c’è la dissacrazione. La Gioconda coi baffi e il pizzetto fu dipinta dal dadaista Marcel Duchamp nel 1919, quando nella miniera dello stupore c’era ancora molto da scavare. Cinquantatré anni dopo apparvero i manifesti dei blue jeans Jesus con lo slogan “non avrai altro jeans all’infuori di me”. Persino Pasolini si indignò sul Corriere, ma era solo l’inizio. Dall’argine sfondato tracimò l’ondata schiumante delle provocazioni religiose nei gay pride, con legioni di ‘ortaggi’ travestiti da Cristi e madonne gay. Provocazioni religiose anche vigliacche, vien da dire, perché mi piacerebbe tanto vedere quei fenomeni travestirsi da Maometto e sfidare l’Isis, non gli ormai smarriti e sbertucciati cristiani d’oggi. Ma tant’è. Quando persino il filone blasfemo sembrava inaridito, qualche genio si accorge che esiste un personaggio quasi sacro, noto in tutto il mondo, adorato da piccoli e grandi, sfruttato da più d’un secolo in pubblicità, ma non ancora dissacrato: Babbo Natale. Evvai!! Eccolo lingua in bocca con un altro vecchio nello spot televisivo delle Poste Norvegesi! Eccolo in tutù nella piazza centrale di Modena, accanto all’abete tradizionale! Avete letto bene: un Babbo Natale alto sei metri, in canottiera di raso rosso e tutù verde. Posa da ballerino in élevé, braccia ad arco sulla testa, pelo ascellare bianco e slancio sulle punte. Meno male che i media ne han parlato poco, di questi babbi arcobaleno. Vuol dire che la miniera dello stupore è in via di esaurimento. Ben vi sta, stupidi stupitori.

collino@cronacaqui.it
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