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Lei non sa chi sono io

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Partiamo dall’ultima bravata dei Casamonica, gli zingari mafiosi che imperversano sul litorale romano. La loro è una mafia d’antan, buzzurra come le loro ville e il loro modo d’agire. La vera mafia d’oggi non usa più quei metodi, che fanno perdere il favore del popolo. La mafia dei colletti bianchi lavora col computer, naviga fra droga, appalti, finanziamenti Ue e rifiuti tossici. Gli zingari invece si fermano al primo grado di delinquenza: l’estorsione e l’esercizio smargiasso del potere. Sono finiti in galera in tre per avere rifiutato di pagare un conto di 1600 euro (“siamo Casamonica e i Casamonica non pagano”) in un locale di lusso dove avevano cenato a champagne, e hanno anche tentato di farsi dare 600 euro dal titolare, che li ha denunciati e fatti arrestare. Qui si vede come sono arretrati: “comandare è meglio di fottere” era la libidine dei mafiosi ‘coppola e lupara’. Ma proviamo a vedere a chi si ispirano. Chi ci governa è poi così lontano da questo esercizio smargiasso del potere, dal “io so’ io e tu nun sei un cazzo” del marchese del Grillo per non pagare il conto al falegname? Quante pattuglie si fermano nei bar, consumano ed escono senza pagare? Quante estorsioni ci fa il governo che assomigliano a vere e proprie tangenti? Quanti “benefit” gratuiti pretendono non solo i parlamentari (dai viaggi, stadi, musei e teatri gratis, auto blu e scorte fino al barbiere gratuito), ma anche le “autorità”? Quanti tra le forze dell’ordine pagano il biglietto al cinema? Ecco: questo “normale” esercizio spagnolesco del potere ufficiale è il quadro a cui s’ispira il “Casamonicus vulgaris”.

collino@cronacaqui.it
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