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Piazza, idolo superato

Women International Day March, Montevideo, Uruguay

Depositphotos

Corsi e ricorsi della storia. Margaret Thatcher, prima donna premier del Regno Unito, governò dal 1979 al 1990 e fece ripartire un’Inghilterra piegata dall’ipersindacalismo, dall’assistenzialismo statale e dalla crisi economica. Il suo conservatorismo sociale ed economico, la sua fermezza nel gestire lo sciopero dei minatori del 1984-85 e la sua vittoria nella guerra delle Falkland del 1982 fecero sì che il suo stile di governo passasse alla storia come “thatcherismo”, sinonimo di decisionismo, riduzione del ruolo dello Stato nell’economia e promozione del libero mercato. Anche se invisa alle sinistre, la “lady di ferro” fece crescere il Pil e il prestigio internazionale dell’UK. Oggi c’è un altro “iron man” che aspira a passare alla storia per la stessa intransigenza: è il Presidente francese Macron, che nonostante le massicce dimostrazioni di piazza delle ultime settimane (con scontri, vandalismi e feriti) ha tenuto duro sul passaggio dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, e l’altro ieri l’ha imposto anche senza il consenso del parlamento. Così come la Thatcher aveva imposto la chiusura delle miniere di carbone passive. E i francesi? Loro sono i pronipoti dei sanculotti che assaltarono la Bastiglia nel 1789 e ghigliottinarono il re Luigi XVI nel 1793. Gente tosta, ostinata, abituata a farsi giustizia da sé, come hanno dimostrato i Gilet gialli tra il 2018 e il 2019. Eppure non sono più i tempi delle rivoluzioni, e neanche dei sit-in. Le piazze in tumulto? Le si lascia sfogare, come a Genova, al Cairo, a Hong Kong, a Teheran, e tutto prosegue come prima. Macron lo sa. I numeri dei manifestanti si dimenticano, e quanto a danni ne fanno di più gli hooligans e i black bloc. collino@cronacaqui.it
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