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Le risorse

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L’afflusso dei clandestini ormai è una vera e propria invasione. E quelli che sbarcano dalle carrette del mare son solo quelli che ci “impressionano” di più, perché li vediamo ogni sera in Tv, ma in realtà sono una percentuale minoritaria di quelli che ci stanno invadendo. Gli altri arrivano in cento altri modi: nei container, nei doppi fondi dei camion, nei pescherecci e negli yacht come finti equipaggi, a piedi attraverso il Carso, ma anche in aereo, in traghetto o in pullman con regolare visto turistico, scaduto il quale fanno perdere le loro tracce, come quelli che arrivano in barca e fuggono dai centri di raccolta. Non ci illudiamo più, ormai, che si spargano per l’Europa: forse l’intenzione di molti sarebbe quella, per raggiungere parenti già là emigrati, ma ormai i paesi che confinano con l’Italia stanno in campana. A parole dicono di voler accogliere tutti i migranti, e giungono addirittura a bacchettarci perché non li andiamo a “salvare” fin nelle acque territoriali libiche, ma in realtà hanno moltiplicato le attenzioni alle frontiere, e ce li rimbalzano indietro. Loro magari ci provano un paio di volte e poi “si rassegnano” a restar qui. A proseguire non ci provano neanche più. La favola dell’Italia “paese di transito” è finita. I paesi “appetibili”, a suon di controlli, espulsioni (reali) e carcerazioni, si sono rivelati inaccessibili, o comunque indigesti per i pochissimi che filtrano. Ormai i migranti hanno capito che si sta meglio qui da noi, dove le leggi si aggirano, i controlli fanno ridere, da mangiare e da vestirsi gratis se ne trova, e per abitare è pieno di case e capannoni abbandonati che non saranno regge, ma sono sempre meglio dei tuguri dei loro paesi d’origine. collino@cronacaqui.it
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