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EMERGENZA OCCUPAZIONI

«Ho chiesto aiuto anche al Governo contro le occupazioni delle popolari»

Il presidente dell’Atc, Emilio Bolla: «Nella storia di Giuseppe e Lucia ho letto disperazione e dignità»

«Ho chiesto aiuto anche al Governo contro le occupazioni delle popolari»

Il presidente dell'Atc Piemonte Centrale, Emilio Bolla

Davanti alla storia straziante di una coppia di anziani “assediati” dagli occupanti abusivi delle case popolari di via Scarsellini a Mirafiori, raccontata da Torino CronacaQui, il presidente dell’Atc, Emilio Bolla, non nasconde emozione e indignazione. Ma nemmeno il fatto di aver chiesto aiuto al Governo. Ad oggi, a quanto pare, senza ottener supporto.

Ha letto la storia di Giuseppe e Lucia sul nostro giornale? Che effetto le ha fatto leggere la disperazione di due novantenni che si espongono mettendoci la faccia?
«Ho letto la disperazione e insieme una grande dignità, una manifestazione di coraggio civico che mi auguro sia ad esempio per tutti, soprattutto per le giovani generazioni. Dal punto di vista umano è una situazione che mi addolora e che purtroppo non è isolata nel panorama delle case popolari».

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Cosa si sente di dire loro?
«Siamo solidali con le loro legittime e sacrosante attese. Con tutti gli ostacoli che si frappongono alla ricerca di una soluzione al problema, non lasceremo nulla di intentato perché possano recuperare la serenità che meritano e a cui hanno diritto. È una questione di equilibrio sociale, di convivenza civile e, prima ancora di tutto questo, di rispetto della legalità».

Quante sono le attuali occupazioni e gli alloggi sfitti?
«Gli alloggi occupati al momento sono 207, un numero proporzionalmente contenuto rispetto al totale del patrimonio gestito dall’Agenzia (circa 28mila alloggi complessivi, ndr) e a quello di altre grandi città italiane, ma in aumento e che desta in noi preoccupazioni crescenti. Quelli sfitti sono circa un migliaio; tuttavia il dato è in continuo aggiornamento, perché è sempre presente una certa quantità di alloggi che periodicamente si libera e che poi deve essere ristrutturata e rimessa nel circuito delle assegnazioni. Negli ultimi anni abbiamo accelerato le procedure e due recenti appalti permetteranno di consegnare oltre 350 alloggi ai Comuni. Abbiamo sfruttato tutte le opportunità di finanziamento pubblico, quali Superbonus, Pnrr, Pnc, PinQua, per riqualificare una parte significativa del patrimonio, con investimenti per oltre 300 milioni di euro».

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Lo scorso novembre, dopo lo sgombero in via Sospello, lei disse “È soltanto l’inizio”. Da allora non ci risulta che ci siano state altre operazioni. Una promessa mancata?
«Mi sono sempre assunto le mie responsabilità e continuo a farlo. Siamo di fronte a situazioni complesse, sedimentate e stratificate nel corso degli anni, che richiedono interventi coordinati, su più fronti». Sulle questioni di ordine pubblico intervengono le forze dell’ordine, le politiche sociali sono sviluppate dal governo e dagli enti locali. L’Agenzia lavora quotidianamente per tutelare le situazioni di fragilità, per favorire l’inclusione sociale e per garantire la sicurezza degli assegnatari delle case popolari. Mi sento di dire che c’è un impegno congiunto di tutte le istituzioni interessate per far sì che si rispetti la legalità, ma nessuno ha la capacità di risolvere il problema immediatamente».


Non ha pensato di rivolgersi direttamente al governo o scrivere direttamente al ministro dell’Interno?
«Bastasse questo avremmo già risolto. L’abbiamo fatto: ho scritto, più volte, a tutte le istituzioni locali e nazionali interessate, ministro dell’Interno compreso. Abbiamo anche fatto di più, partendo da ciò che potevamo realizzare noi: per prevenire nuove occupazioni abbiamo investito 800mila euro per installare porte francesi negli alloggi sfitti e sistemi d’allarme con videosorveglianza collegati a una centrale con tecnici reperibili 24 ore su 24 che in caso di allarme trasmette la segnalazione alle forze dell’ordine. Questo sistema, insieme alle segnalazioni dei vicini, ha permesso negli ultimi mesi di sventare una ventina di tentativi di nuove occupazioni».


Sappiamo che c’è un tavolo dedicato agli sgomberi in Prefettura, cosa manca per passare dalle riunioni ai fatti?
«Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, coordinato dal prefetto di Torino, insieme al tavolo interistituzionale per il contrasto alle occupazioni abusive, a cui partecipano le forze dell’ordine e tutte le istituzioni del territorio, affrontano periodicamente queste problematiche e individuano le soluzioni che possono essere adottate per risolvere i problemi. Il prefetto Ruberto è molto attento a questi temi: in alcuni casi si riesce a ottenere risultati efficaci in tempi rapidi, in altre situazioni si avanza più lentamente. Abbiamo sul nostro territorio autorità e funzionari del governo che hanno capacità e sensibilità adeguate per affrontare le emergenze che ogni giorno si presentano. Dobbiamo continuare a lavorare con impegno per promuovere un nuovo modello culturale, senza ricercare esposizioni mediatiche o rincorrendo consensi effimeri, senza pensare di risolvere certe situazioni soltanto con la repressione o soltanto con la cultura dell’accoglienza e della tolleranza. Tutti insieme dobbiamo mettere in primo piano, con maggior determinazione, il rispetto della persona, la promozione della sicurezza e la cultura della legalità».

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