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LA CRISI
19 Aprile 2023 - 17:52
Dopo dieci anni crolla la spesa per carne, pesce, e dolci, ma aumenta quella per i generi più “voluttuari” come sport e viaggi
“Effetto Lipstick”. Così si chiama la tendenza ad acquistare, in tempo di crisi, articoli “di lusso” ma dal prezzo accessibile, rinunciando a beni di prima necessità come il cibo. Accade anche a Torino, per la prima volta dopo 10 anni, a causa degli aumenti di energia, utenze e trasporti. Secondo lo studio su 240 famiglie residenti in città, condotto dall’osservatorio della Camera di Commercio, nel 2022 sono calate le spese alimentari (soprattutto dolci, carne e pesce), mentre sono cresciute quelle non alimentari. Si rinuncia ad abbigliamento, articoli per la casa, spettacoli, pasti fuori casa, ma si incrementano alcuni sfizi, come le vacanze, i cibi pronti e l’acquisto di articoli sportivi. Con un impatto negativo sul salvadanaio: sono in calo infatti le famiglie che riescono a risparmiare, addirittura raddoppiate quelle che lamentano la perdita di potere d’acquisto.
Nel 2022 la spesa alimentare è stata pari a 408 euro (-2,6% rispetto al 2021; -11 euro). Le diminuzioni più significative sono state registrate nella spesa in carni e salumi, nel pesce e nei prodotti dolciari, categorie che insieme rappresentano il 35,7% delle spese alimentari e che sono calate complessivamente del -5,5% (-8 euro). Per dolci, carne e pesce la somma tra chi ha limitato o addirittura rinunciato all’acquisto raggiunge i valori più alti, rispettivamente il 43,4% delle famiglie per i dolci, il 39,6% per la carne e il 35,9% per il pesce. Tra le spese alimentari, aumentano solo le spese per cibi pronti (+2,7%, +1 euro), in particolare per take away.
E’ cresciuta invece di 41 euro la spesa per il non alimentare pari a 2.146 euro in crescita del +1,9%. L’abitazione rappresenta il 49,2% di queste spese, in crescita del +5,4%, a causa del forte rialzo della spesa in utenze domestiche, categoria in cui le famiglie torinesi hanno sostenuto una spesa pari a 230 euro medi mensili (+30,7% rispetto al 2021, +55 euro). Nella voce trasporti e comunicazioni, la seconda per importanza, si registra un aumento pari al +5,4% (+13 euro) a causa dell’aumento del carburante. Cresce anche la spesa per la salute (+12,4%, +3 euro), soprattutto per visite specialistiche e analisi mediche private, mentre diminuiscono le spese in farmaci mascherine e gel disinfettanti.
Ad aumentare sono anche le spese “voluttuarie” come l’acquisto di articoli sportivi (+22%, + 8 euro) che nel 2021 erano invece calati, e di viaggi e vacanze (+6,8%, +6 euro). In calo le spese in mobili e arredamento (-9,8%; -12 euro), le comunicazioni (-12,1%, -8 euro), con il calo delle spese connesse alla telefonia. Nel 2022 si rinuncia di più anche ai pasti fuori casa (-3,7%, -3 euro), ai biglietti di ingresso per cinema, teatro, spettacoli e sport (-2,8%, -2 euro), ma soprattutto si taglia sul rinnovo del guardaroba, con un netto calo pari al -16% (-16 euro) sia nel vestiario sia nelle calzature.
Nel 2022 si abbassa ulteriormente il numero di famiglie che dichiara di riuscire a risparmiare: sono il 20% mentre nel 2021 erano il 25%. Salgono al 60,4% le famiglie che denunciano una diminuzione del proprio potere d’acquisto: erano il 34% nel 2021.
Per quanto riguarda i luoghi di acquisto, i supermercati continuano a essere canale principale, vengono scelti nel 49,1% dei casi, in calo rispetto al 2021, mentre recupera il ricorso all’hard discount e al minimarket. Il negozio tradizionale si attesta al 20,1% delle preferenze, seguito dal mercato rionale con il 7%. Cresce ancora l’e-commerce, utilizzato dal 58% delle famiglie almeno una volta all’anno, contro il 45% del 2021.
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