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Ex Gondrand: il covo dei rapinatori

Barista aggredito in strada con catene e derubato del cellulare: dopo 30 minuti già rivenduto

I due delinquenti sono scappati col bottino nel complesso abbandonato

L'ex Gondrand

La ex fabbrica di Barriera di Milano dove vivono delinquenti e disperati

Sgomberata, rioccupata da delinquenti e disperati, la ex Gondrand è il regno dei rapinatori, che vivono a decine nel complesso abbandonato tra via Cigna e via Lauro Rossi e qui dettano legge. Lo dimostra l’ultima efferata rapina commessa qualche giorno fa nella zona, dove la vittima, un barista, mentre tornava a casa è stato accerchiato da due uomini, armati di una catena, che con la forza gli hanno preso tutto: cellulare, chiavi di casa, documenti e portafoglio.

Un intervento della polizia nell'ex fabbrica

L’uomo, rischiando la vita, e rivolgendosi a un giovane che aveva appena conosciuto al bar (proveniente dal Gambia come i due rapinatori) si è presentato alla ex Gondrand per riavere il maltolto. Ma in 30 minuti il suo telefonino era già stato rivenduto, tanto è collaudata la macchina della criminalità all’interno della fabbrica. Non solo. Il barista è stato allontanato, e si è salvato soltanto perché è fuggito e ha chiamato la polizia, che ha cercato i ladri nel complesso degradato, ma erano già scappati. Il terzo giovane, a cui il barista aveva chiesto aiuto, è stato arrestato ma in sede di convalida, su richiesta dell’avvocata Alice Abena, è stato subito scarcerato perché oltre a essere incensurato, non aveva partecipato alla rapina.

Un altro sopralluogo

Tutto inizia qualche sera fa, quando un giovane del Gambia, incensurato e senza una casa, entra in un bar di corso Vercelli. Chiede del cibo e da bere. Il barista gli da una bibita, poi se ne va. Alle 23.30, l’uomo esce dal locale ma mentre torna a casa viene aggredito da due uomini, connazionali del ragazzo che era appena entrato al bar. I due con la catena lo immobilizzano, lo malmenano e lo derubano. Poi scappano nella ex Gondrand. «Mi hanno chiesto una sigaretta – ha raccontato la vittima alla polizia - uno di loro mi tratteneva per un braccio, l’altro tirava fuori una catena, mi prendevano tutto, portafogli, chiavi di casa, il telefonino. Sono scappati dentro l’ex fabbrica abbandonata. Io sono rimasto lì in zona perché rivolevo le mie cose. Verso l’una ho visto quel giovane che mi aveva chiesto del cibo al bar, e gli ho chiesto di portarmi dai suoi connazionali».

Il giovane si è prestato ad entrare nella fabbrica e dopo 30 minuti è uscito dicendo al barista: «Quei due sono dei pazzi. Hanno già venduto il tuo telefono. Ma i documenti e le chiavi di casa te le ridanno se li paghi 200 euro. Torna il mattino successivo». La vittima sfida la sorte, e alle 9.30 di mattino entra nel covo di disperati. Vede i ladri che dormono. Viene accerchiato da altri sbandati che gli ordinano di andarsene, e va via. La polizia, poco dopo, fa irruzione nel covo dei rapinatori ma loro sono scappati. Trova solo il giovane che aveva fatto da intermediario, che viene fermato. Ma poi scarcerato dal gip, al quale, il ragazzo, confida: «Con questi non si può fare casino perché se no mi fanno del male. Non ho potuto recuperare i soldi perché c’era tanta gente e non posso mettermi contro questi qua. Ho paura». Nella ex Gondrand ci sarebbe una gerarchia tra i criminali. Resta, nonostante le promesse di sgombero dell’amministrazione, una pericolosa terra di nessuno.

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