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il processo

Stupro nel campus. L’imputato alla sbarra: chiesti 6 anni e 8 mesi

L’indagato 17enne è stato anche rinviato a giudizio per un’altra violenza sessuale tentata poco prima

Il campus di via Borsellino

La residenza universitaria di zona San Paolo

Dopo sei mesi dal fatto - una delle più brutte pagine della storia della nostra città - per il 17enne che violentò e tentò di uccidere una studentessa all’interno del campus Borsellino c’è la richiesta di condanna. Sei anni e otto mesi di carcere. Una richiesta espressa nei giorni scorsi, dalla capa della procura dei minori Emma Avezzù, durante la discussione, al processo che si svolge a porte chiuse e con rito abbreviato (motivo per il quale la pena base chiesta, di dieci anni di reclusione, è scontata di un terzo).

Nell’aula del tribunale dei minori era presente anche la parte offesa, con l’avvocata di parte civile Silvia Lorenzino. La studentessa di 23 anni che nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, nella propria stanza, venne aggredita da quello sconosciuto. L’imputato, che secondo la procura corrisponde in pieno al profilo del “sex offender”, ovvero del maniaco sessuale, si era introdotto di nascosto nella residenza, scavalcando il cancello dell’ingresso laterale. Quella sera erano pochi gli studenti nelle quattro palazzine, perché era appena iniziato il ponte di Halloween: molti erano partiti per andare a trovare i familiari in altre regioni.

Il maniaco era stato visto vagare per i corridoi, mentre si toccava. Poi aveva bussato a varie porte, finché la ragazza - pensando che fosse una vicina - aveva aperto. «Ti ammazzo», aveva detto lo sconosciuto alla studentessa, prima di picchiarla e violentarla. Poi il 17enne era fuggito. Dopo alcuni giorni, la squadra mobile l’aveva trovato mentre vagava nella stessa zona del campus, verso le Ogr. L’imputato è in carcere da allora. Era emersa da subito una circostanza inquietante: il 17enne, la sera dello stupro, aveva cercato di aggredire un’altra giovane. Una ragazza che aveva visto per caso, di sera, dalle parti di corso Galileo Ferraris. Il maniaco l’aveva seguita, senza farsi vedere, fino al campus di via Borsellino, dove la fanciulla era entrata. A quel punto, l’aggressore era entrato nella residenza, provando a bussare a tutte le porte. Non avendo trovato la ragazza che seguiva, aveva infierito su un’altra.

Non solo. Alcuni mesi prima, il 17enne aveva tentato di violentare un’altra donna, che aveva aggredito per la strada, cercando anche di rapinarla. Per quest’ultimo reato, la procura dei minori ha chiuso l’indagine e chiesto il giudizio per l’imputato, che inizierà a breve. Ristretto nel carcere minorile di Roma, il 17enne è difeso dagli avvocati Gianluca Bona e Giuseppe Vitello, che non hanno chiesto la sua scarcerazione.

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