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Primo Passo

Ecco il centro d’accoglienza che offre sostegno a giovani migranti

L’associazione “Aps si può fare onlus” aiuta i ragazzi, provenienti da Egitto e Mali, a integrarsi

Ecco il centro d’accoglienza che offre sostegno a giovani migranti

Il centro d’accoglienza Primo Passo

Spensieratezza e libertà. È quello che si respira entrando nel centro di accoglienza di via Spalato 15. Quella che i giovani accolti da “Primo Passo” non potevano avere nelle loro terre d’origine.

Arrivati dalle rotte dell’Egitto, del Marocco, della Tunisia, del Senegal, della Guinea, del Gambia e dell’Albania, i 24 ragazzi ospiti del centro venerdì hanno inaugurato il giardino da loro rimesso a nuovo.

Il centro d'accoglienza

L’altissima ondata migratoria che ha colpito l’Italia negli ultimi tempi ha spinto la Città di Torino ad organizzarsi per incrementare i punti di ospitalità. A raccogliere la sfida, l’associazione Aps Si può fare che dal 7 dicembre scorso ha iniziato a ricevere i primi minori non accompagnati in quello che era un punto diurno per persone con disabilità.

RIPENSARE GLI SPAZI

«Abbiamo dovuto ripensare gli spazi, allestire i posti letto e realizzare dei servizi igienici in più», spiega Cristina Becchio vice presidente dell’associazione che opera con l’Ufficio Minori Stranieri e l’Ufficio Stranieri del Comune di Torino.

«È stato impegnativo», ammette Paola Finzi psicologa e fondatrice di Si può fare, spiegando come con i ragazzi si «lavora tanto sulla socializzazione». I giovani, tra i 15 e i 18 anni, sono impegnati in attività ludico-ricreative, corsi di italiano supportati dal Cpia e svariati laboratori.

«Partecipano ad un programma con radio Agora21 - racconta Cristina - e stiamo organizzando delle puntate radio pilota da trasmettere dal centro, grazie alla collaborazione con la Circoscrizione 3».

I RACCONTI

«Qui mi trovo bene», dice Taha. Ha 15 anni, arriva dall’Egitto ed è ospite di “Primo Passo” da 4 mesi. Come i suoi amici, accoglie chi partecipa alla giornata di festa con un sorriso ed offre le pietanze tipiche dei loro paesi che hanno personalmente preparato.

«Recuperiamo il giardino - dice Paola - ma il bando prevede che il progetto duri solo fino a giugno. Da giugno non sappiamo ancora cosa accadrà, speriamo di poter continuare a tenere aperto il centro».

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