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Dal deposito a un'ora da Torino

Giallo sui carri armati partiti dal Piemonte e arrivati in Ucraina: «Sono inutilizzabili»

Viaggio a Lenta, dove resiste uno dei "cimiteri" di mezzi militari più grandi d'Europa

Carri armati deposito Lenta

La schiera di carri armati nel deposito di Lenta (Vercelli) in un recente servizio Rai

Da un lato le risaie, dall’altro un complesso circondato da reti e filo spinato: dietro ci sono circa 55mila metri quadri, che formano uno dei più grandi depositi di carri armati in Europa. Da Lenta, paese di neanche mille anime in provincia di Vercelli, sono partiti anche mezzi militari che l’Italia ha inviato come aiuto all’Ucraina: una ventina di tank Leopard che, a quanto pare, sono troppo vecchi e arrugginiti per essere utilizzati nella guerra contro la Russia. E non sarebbe neanche stato possibile revisionarli e sistemarli, forse a causa della mancanza di mezzi di ricambio.


Era un deposito Fiat
L’enorme struttura militare ha segnato la storia del paesino di Lenta e continua a portarla al centro delle cronache: «Ricordo che è nato come deposito Fiat, passando poi all’Esercito - ripercorre Giuseppe Rizzi, sindaco di Lenta da due mandati - Nel periodo di massima espansione c’erano almeno mille persone lì dentro, ora penso che siano in 40 e che ci siano tantissimi capannoni dismessi, malandati e crollati. Di recente ci hanno anche chiesto di pagare meno di Tari».

 

Nel periodo di massima espansione c’erano almeno mille persone lì dentro, ora penso che siano in 40 e che ci siano tantissimi capannoni dismessi, malandati e crollati

Contattato direttamente, l’Esercito non fornisce informazioni sulla situazione del “Parco mezzi cingolati e corazzati” (questo il nome completo della struttura). Né autorizza a visitarlo: «Quando sono iniziate a circolare voci sui carri armati diretti verso l’Ucraina, ho chiesto di poter entrare di nuovo - prosegue il sindaco - Mi hanno risposto che non era possibile: a breve tornerò alla carica, mi sembra giusto che sia informato di cosa succede sul suo territorio. Però ho sempre fatto fatica a “trattare” l’esercito, anche solo per piazzare uno degli ultimi carri armati Leopard vicino al nostro cimitero (ce n’è un altro nella vicina Rovasenda, N.d.R.)».

Il carro armato donato dall'Esercito e piazzato accanto al cimitero di Lenta, vicino al monumento ai Caduti


Misteri e battute
Di recente è filtrata la notizia che nel vecchio deposito siano rimasti soltanto un migliaio di carri armati. E, di questi, una ventina sono partiti in direzione Ucraina: un viaggio circondato dal mistero, emerso solo a posteriori.
Secondo quanto ricostruito, emissari ucraini e ingegneri statunitensi avrebbero ispezionato il Parco alla ricerca di mezzi utili alla guerra contro la Russia.

L'ingresso del "Parco mezzi cingolati e corazzati" di Lenta

Pare che una ventina di carri armati Leopard siano arrivati davvero in Ucraina, dove un consigliere del Ministero della Difesa li avrebbe definiti «inutilizzabili» perché arrugginiti, fermi da decenni e privi dei mezzi di ricambio necessari per far funzionare il motore e i sistemi di puntamento.

Commenta il sindaco: «Si sapeva che quei carri non funzionavano, ormai tutti definiscono il deposito di Lenta come un “cimitero”. Infatti dovevano andare in Germania per essere riparati. Ma chissà cos’è successo». 

Si sapeva che quei carri non funzionavano, ormai tutti definiscono il deposito di Lenta come un “cimitero”. Infatti dovevano andare in Germania per essere riparati. Ma chissà cos’è successo

Il sindaco di Lenta, Giuseppe Rizzi, per tutti "Pino"

Di certo c’è la brutta figura, che sta provocando anche battute e prese in giro. Basta fare un giro per Lenta per accorgersi come la “beffa” dei carri armati sia l’argomento più dibattuto tra gli abitanti: «Qualcosa di vero ci sarà ma stento a credere che sia successa una cosa del genere. Forse non è neanche colpa dell’Esercito e dello Stato italiano ma dei passaggi intermedi».

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