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LA PROTESTA
15 Maggio 2023 - 17:36
Gli studenti in tenda all'interno del Rettorato
Una tendopoli dentro il Rettorato dell’Università contro il caro affitti. Così un gruppo di ragazzi ha deciso di evidenziare il problema che infligge gli universitari fuorisede che vengono a studiare a Torino e non riescono a trovare una sistemazione a prezzi abbordabili. E c’è chi è stato addirittura costretto a dormire per terra in attesa di una casa e chi è incappato in una delle tante truffe online, pagando centinaia di euro per la ricerca di fantomatici appartamenti senza ottenere un letto dove dormire.
Affitti troppo cari
«Negli studentati pubblici non ci sono posti e gli affitti sono troppo cari: i prezzi di una stanza a Torino si aggirano nella media dai 350 ai 600 euro mensili, più di quanto molti studenti percepiscono come stipendi dei vari lavoretti precari. Ciò dimostra che c’è una forte speculazione» evidenzia Ada Perini, portavoce dell’organizzazione giovanile “Cambiare Rotta” che ha organizzato la manifestazione che prosegue da giorni. «Siamo tra due fuochi - sottolinea Erika Chiesa, studentessa del terzo anno di Scienze delle Comunicazioni -, o si affitta una camera in nero senza contratto, oppure bisogna spendere 2.500 euro per fermare una casa. Una cifra che noi studenti non possiamo certo permetterci».
Allarme truffe
Oltre alle difficoltà a reperire camere libere, spesso gli studenti incorrono anche nelle tante truffe presenti online. Come spiega Marta Magnaterra, studentessa marchigiana, iscritta al primo anno di Psicologia: «Quando sono arrivata a Torino a settembre la situazione era disastrosa, non c’erano più case disponibili, mi sono rivolta a un’agenzia che faceva pagare una tassa iniziale di 250 euro per inviare dei contatti di casa in affitto, ma si è rivelata una grandissima truffa. Così sono andata nell’ostello a Porta Palazzo e poi sono stata ospite a casa di alcune ragazze dormendo per terra per due settimane, finché non sono riuscita a trovare una sistemazione». Marta si ritiene: «Molto fortunata, perché - spiega la giovane - molti miei compagni, non trovando una sistemazione, sono dovuti tornare a casa, rinunciando di fatto a iscriversi all’Università di Torino».
Mobilitazione nazionale
Gli studenti, che passeranno la notte in tenda al Rettorato, chiedono di fatto: «L’istituzione dell’equo canone, un reddito studentesco per far fronte all’aumento del carovita e del carostudi, oltre a nuovi studentati e alloggi pubblici per studenti».
Per far sentire la propria voce, a Torino, come in tutta Italia, gli studenti parteciperanno alla mobilitazione nazionale: «Domani alle 19 saremo davanti alla sede della Regione Piemonte in piazza Castello per lanciare un segnale di lotta che non rappresenti solo la voce e le rivendicazioni degli studenti, ma di giovani, lavoratori, disoccupati e classi popolari, di chi non è più disposto a pagare la crisi sulla propria pelle».
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