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L'ANALISI DEL CAAT

Siamo alla frutta: «Le ciliegie costano 10 euro al chilo»

Pesche e albicocche vendute all'ingrosso sfiorano i 4 euro. L’alluvione in Emilia e la siccità in Spagna hanno fatto schizzare i prezzi

Siamo alla frutta: «Le ciliegie costano 10 euro al chilo»

Gli aumenti folli della frutta interessano anche il Centro agroalimentare di Torino che ha a ridotto il quantitativo di merce a causa del maltempo e ha dovuto alzare i listini di prezzo. A costare più cari sono soprattutto i prodotti provenienti dalla Spagna: le albicocche 3 euro, le pesche gialle 3,50 euro mentre le ciliegie sono arrivate addirittura a 10 euro. «La causa di questi rincari è legata al maltempo in Emilia Romagna, in Sud Italia e in Piemonte. Ma anche la Spagna, da cui ci arriva gran parte del quantitativo di merce, è stata interessata dalla siccità. Questo spiega in parte l’aumento di prezzo legato chiaramente alla carenza di prodotto» spiega il direttore del Caat di Torino, Gianluca Cornelio Meglio. «Ad oggi - fa presente Meglio - le pesche che vendiamo a mercati, supermercati e negozi oscillano tra 1,50 e 3,50 euro, le albicocche tra i 2 e i 4 euro, entrambe sono aumentate di prezzo del 40% rispetto all’anno scorso, per non parlare delle ciliegie che hanno raggiunto valori record, dai 6 ai 10 euro al chilo». Insomma, cifre davvero esagerate che pesano parecchio sulle tasche dei consumatori torinesi ma anche su quelle degli ambulanti e dei piccoli commercianti. «La domanda si è ridotta e la frutta non è più percepita come un prodotto di largo consumo come lo era una volta. L’aumento dei prezzi all’ingrosso rende difficoltosa la vendita al dettaglio, resiste soltanto la ristorazione di alta gamma» evidenzia il direttore del Caat che non è ottimista in vista del futuro: «Questi aumenti di prezzo legati al maltempo sono un’onda lunga che andrà avanti anche anche in autunno, ci attendiamo aumenti di prezzo anche per mele e cachi».

I rincari di prezzo intanto hanno già fatto cambiare le abitudini dei cittadini costretti a spendere di più. Sono ben 100 euro euro in più a famiglia, in media, la spesa per l'acquisto di frutta, verdura, pasta, farina e riso rispetto all’anno scorso. E’ l’effetto del caro prezzi calcolato dal comitato di Unione nazionale consumatori del Piemonte (Unc), stando ai dati dello studio condotto dalla presidente del comitato, l’avvocato Patrizia Polliotto.

Per risparmiare inoltre si consuma meno frutta. Secondo l’Osservatorio di Mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da GfK Italia, ciascun italiano, indipendentemente dall’età, ha consumato nei primi tre mesi dell’anno 4 chili in meno di frutta e verdure sul 2019 e quasi 2 chili in meno sul 2022. La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si conferma negativa anche nel primo trimestre di quest’anno, con gli acquisti da parte delle famiglie italiane fermi a 1,27 milioni di tonnellate, pari ad un calo dell'8% sullo stesso periodo del 2022.

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