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L'INCHIESTA
08 Giugno 2023 - 08:00
Prezzi alle stelle della frutta e della verdura mai così alti nei mercati di Torino. Il maltempo che ha flagellato l’Emilia Romagna, il Sud Italia e le piogge in Piemonte, ha ridotto drasticamente la produzione e ora per mettere insieme il pranzo con la cena ci vuole una fortuna. Lo conferma anche il Centro agroalimentare di Torino, ma la conferma la si ha direttamente sul campo. Per farci un’idea siamo andati al mercato di piazza Madama Cristina a San Salvario dove è ormai impossibile trovare dei prodotti venduti a meno di 2-3 euro al chilo.
La frutta vale oro
A subire i maggiori rincari di prezzo è la frutta: per un chilo di pesche ci vogliono ben 4,50 euro e per quelle bianche si spendono addirittura 6 euro. Per i kiwi si arriva a 6,80 euro, 6 euro le fragole, 4,50 euro i meloni lisci, mentre le albicocche oscillano tra 3,50 a 4,80.
Ma neppure i prezzi della verdura sono esenti da questi aumenti folli. Un chilo di pomodori cuore di bue, così come i “piccadilly” della Sicilia valgono ben 4,50 euro, i San Marzano 3,50. I fagiolini vengono venduti addirittura a 5 euro al chilo, stessa cifra dei peperoni. Melanzane, zucchine e cavolfiori invece hanno raggiunto i 3 euro.
Stangata per i torinesi
In giro per il mercato c’è poca gente con i sacchetti pieni di frutta e verdura. «Stiamo molto attenti a quello che spendiamo, con questi prezzi ci mettiamo a tutti a dieta» dice scherzosamente, ma neanche troppo, Giuseppina, una frequentatrice abituale del mercato. «I prezzi sono aumentati di circa il 30%, ma gli stipendi e le pensioni sono sempre le stesse» si lamenta Pasquale, un residente di piazza Madama Cristina. «Ho comprato soltanto del pane e delle albicocche, le ho pagate ben 4,80 euro al chilo - spiega -, noi anziani ci arrangiamo mangiando poco ma di qualità».
«Trattati come ladri»
Gli ambulanti non possono che ammettere l’ovvio: «I prezzi sono aumentati, quel poco che arriva dal centro Italia se lo fanno pagare molto caro, gli aumenti maggiori sono sulla frutta» fa presente Antonella, insieme al papà Giovanni di 95 anni, visibilmente contrariata: «Ci trattano come ladri, ma non capiscono che avere i prezzi alti per noi è solo un danno perché lavoriamo meno e abbiamo uno scarto più costoso. In certi casi - sottolinea l’ambulante di San Salvario - gli aumenti per me non sono giustificati, come i finocchi a 4 euro, io non li compro». Anche Alberto, dal suo banco di frutta e verdura, è arrabbiato: «Aumentando il prezzo la gente non può più permettersi di spendere e il mercato rimane vuoto e senza clienti».
La rabbia di produttori
Marco, produttore di Pecetto presente al mercato di piazza Madama, spiega la difficile situazione in cui si trova a lavorare: «Gli aumenti maggiori riguardano la frutta, ce n’è poca a causa del maltempo e della siccità: a Pecetto abbiamo tanto alberi secolari di ciliegi che sono seccati, i piselli e le taccole hanno patito l’asciutto e poi con la pioggia sono marciti. E non abbiamo più pomodori che riescano ad adattarsi al nostro clima. Diciamo che non riusciamo a lavorare, è per quello che aumenta tutto». Gli aumenti riguardano anche i prodotti utilizzati dai contadini. «La materia prima, le piantine, i semi e i concimi sono cresciuti di prezzo a dismisura, più del doppio del loro valore, quindi - aggiunge - è inevitabile per noi aumentare il prezzo di ciò che vendiamo al cliente».
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