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LA PROTESTA

Scontro Pd-M5s su paternità del progetto dei viali di corso Belgio e i cittadini dormono tra gli alberi

Lo Russo: «Progetto di Appendino». Ma il pentastellato Andrea Russi non ci sta: «E' del sindaco, non scarichi il barile»

Scontro Pd-M5s su paternità del progetto dei viali di corso Belgio e i cittadini dormono tra gli alberi

Ha collaborato all'articolo Jessica Scano

I cittadini hanno presidiato per tutta la notte i vecchi aceri di corso Belgio per salvarli dalla motosega. Una mobilitazione che ha avuto l'effetto sperato di far slittare l'intervento di sostituzione con i peri cinesi dopo l'estate ma che ha anche alimentato le polemiche a livello politico tra Pd e 5 Stelle che si sono già rimpallati la paternità del progetto. «E’ stato ereditato dall’amministrazione Appendino ed era stato approvato nel 2021» ha spiegato questa mattina il sindaco Lo Russo ai microfoni di Radio Jukebox.

5 Stelle all’attacco
Un’affermazione che ha fatto infuriare i pentastellati. «E’ maldestro il tentativo di scaricare nuovamente il barile sull’amministrazione Appendino, che tra l’altro ha avuto poco più di un mese per presentare progetti preliminari per 12 milioni di euro» ha sottolineato il capogruppo Andrea Russi che chiarifica: «A fine mandato avevamo semplicemente approvato una delibera che riceveva soltanto le risorse per diversi interventi di manutenzione straordinari del verde urbano, tra cui anche il ripristino delle alberate».
Ad addossare le responsabilità al primo cittadino Pd è anche l’ex assessore all’Ambiente 5 Stelle, Alberto Unia: «La delibera aveva solo un progetto di prefattibilità ambientale, quello esecutivo è tutto della giunta Lo Russo, che ha avuto ben due anni di tempo per confrontarsi con i cittadini e i comitati».

La prima notte
Intanto la prima notte di veglia agli alberi di corso Belgio è passata senza intoppi per il comitato cittadino “Salviamogli alberi di corso Belgio”, che da lunedì mattina ha occupato il lato sud all’altezza del civico 51. «Digos e polizia sono passati a controllare - spiega Roberto Accornerno, ormai diventato il portavoce del comitato - ma non si sono visti camion per iniziare i lavori». I volti dei cinque manifestanti che hanno passato lì la nottata sono segnati dal sonno.
Alle 7.30 arrivano termos pieni di caffè fumante. È l’ora del cambio turno. «Abbiamo tabelle dove segnare la disponibilità di ognuno di noi», dice Silvia. Già alle 9 si contano una decina di persone sotto il gazebo allestito poco distante dalla fermata “Andorno” della linea 15. «Il presidio continua - sottolinea Roberto -, siamo qui per difendere gli alberi. Ieri si sono toccati i 32 gradi, se non ci fossero gli aceri, verosimilmente, si toccherebbero i 42». Qualche passante si ferma a chiedere il motivo della protesta, mentre il comitato continua a discutere sulla riqualifica. «Il bilancio dei dati del progetto lo si può forse ottenere fra 10 anni. Il danno ambientale lo hanno calcolato, è quello alla collettività? Forse il 50% delle nuove piante non vivranno, e lo hanno ammesso anche loro» commentano i manifestanti, che continuano a presidiare il corso.

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