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IL CASO

La “rivolta degli aceri”, corso Belgio vince la prima battaglia: ma non è finita

Uomini appesi alle piante e traffico deviato per salvare gli alberi

La protesta di corso Belgio

La protesta di corso Belgio

Si infiamma la protesta per bloccare l’abbattimento degli alberi in corso Belgio. Da ieri mattina i membri del comitato spontaneo “Salviamo gli alberi di corso Belgio” e i residenti del quartiere Vanchiglietta sono scesi in strada per dire “no” al progetto di riqualificazione dell’alberata al grido «giù le mani dai nostri alberi». «Siamo qui dalle 4.30 - spiega Roberto Accornero, membro del comitato -. Bisogna uscire da questo concetto che le alberate vanno fatte ex novo, bisogna mantenere quello che è vivo per avere delle alberate disetanee». Per il comitato è quindi sì necessario eliminare gli alberi malati, ma lo è altrettanto mantenere quelli sani per avere una varietà di verde adeguato alla salute dell’ambientale. In strada anche Luciana Palazzo, tra le fondatrici del comitato: «Salviamo gli alberi».


La rivolta degli aceri
Alle 8.30 i primi camioncini arrivano davanti al civico 51, subito bloccati da una 50ina di manifestanti. Auto e bus fermi, traffico deviato nelle vie limitrofe dalla municipale. Una prima piccola vittoria per il comitato ambientalista, che dopo 10 minuti ha visto andare via i camion. Alle 10.30, dopo sei ore di manifestazione, la Digos avvisa che non si procederà con i lavori. Almeno per la giornata di lunedì. Mezzi pubblici e auto riprendono a percorrere il corso, mentre i manifestanti montano il loro gazebo all’angolo con via Cossila. «Presiederemo fino al 30 giugno, faremo a turnazione» annuncia Roberto, che con gli altri occuperà il tratto interessato dal primo lotto di lavori.

Dietrofront del Comune
«Il progetto è stato in parte rivisto, accogliendo alcune loro osservazioni» commenta l’assessore al Verde Francesco Tresso, che in queste settimane si è confrontato più volte con i residenti. Si impiegheranno diverse specie arboree. Dai tigli nei primi mesi di lavoro, da giugno ad ottobre, e «nelle tratte successive – spiega Tresso – si alterneranno invece peri ornamentali, biancospini e noccioli, più adatte agli spazi del corso e alle attuali condizioni climatiche».

La riqualificazione è necessaria anche per il presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri. «Nei primi 200 metri si interverrà per sostituire alberi a fine ciclo – spiega Deri –. Non lo dice la politica, ma lo dicono i tecnici». Il rischio di cadute sarebbe concreto. «Un albero può risultare verde, ma essere malato» prosegue, ricordando come lo scorso settembre proprio in corso Belgio una pianta, all’apparenza sana, sia crollata. «Nessuno è contento di tagliare gli alberi ma è necessario» conclude. Il primo intervento interesserà il tratto tra corso Tortona e via Andorno. Qui, si pianteranno tigli alti quattro metri e che raggiungeranno circa 20 metri di altezza, posizionando 19 alberi in più per un totale di 44 nuovi esemplari. I lavori «miglioreranno il corso - prosegue il presidente - anche abbattendo le barriere architettoniche e incrementando di 2.700 metri quadrati le superfici di drenaggio».


La riqualificazione
Lungo il chilometro e mezzo interessato dalla riqualificazione saranno piantati 269 alberi che, raggiunta la loro maturità, avranno una capacità di assimilare Co2 15 volte superiore rispetto agli attuali alberi. E ancora, nuovi arredi urbani, porta bici e cestini. Ad appoggiare il comitato, una 40ina di negozianti e il M5s della Coscrizione 7. «È giusto cercare di mantenere l’alberata sana, ma non disboscando tutto corso Belgio» afferma il pentastellato Francesco Lauria, in strada con i manifestanti. Per salvare l’alberata del quartiere, il comitato è disposto a giocarsi tutte le carte possibili. «Siamo seguiti da un’avvocata – spiegano – chiederemo una sospensione d’urgenza. Non è un’azione legale che possa fermare il taglio, ma proviamo». Intanto, resteranno giorno e notte a vegliare sugli alberi.

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