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IL TRAGICO BILANCIO DELL'INAIL

Il dramma degli infortuni sul lavoro in Piemonte: 12mila casi in più in un anno

Oltre 54mila incidenti nella nostra regione ma cala il numeo dei morti

Il dramma degli infortuni sul lavoro in Piemonte, oltre 12mila casi in più in un anno

Una corda stretta male, un volo nel vuoto, la mancanza di un casco, l’assenza di controlli di sicurezza. Il bilancio degli infortuni sul lavoro nella nostra regione è sempre più pesante. Fa rabbrividire la statistica stilata dall’Inail che parla di ben 54.055 incidenti sul lavoro nel 2022, 93 dei quali mortali, a fronte dei 41.804 totali dell’anno precedente, con 116 morti, che erano stati rispettivamente 50.628 e 144 nel 2020. Un aumento di 12.251 casi di infortunio sul lavoro in un solo anno. La consolazione è il calo dei morti (23 in mano).

È quanto emerso dal Forum della prevenzione “Made in Inail” che ha fatto tappa in Piemonte e ha fatto il punto sulla sicurezza e sulla prevenzione nel mondo del lavoro, tra lavoratori anziani e nuove generazioni che si affacciano sul mercato. I dati 2022, fa sapere l’Inail, non sono ancora consolidati. Del totale degli infortuni del periodo 2017-2021, periodo in cui i dati sono consolidati, l’81% avviene nell’ambiente ordinario di lavoro e il 19% in strada. Quest’ultima percentuale viene suddivisa tra il 3% dell’uso dei mezzi di trasporto in occasione del lavoro e il 16% in itinere. Tra gli incidenti mortali, rispetto alle tre situazioni, il 63% riguarda l’ambiente ordinario e il 37% la strada, di cui il 16% il mezzo di trasporto del lavoro e il 21% in itinere. La fonte è sempre Inail, secondo i dati aggiornati al 30 aprile 2022.

Tra il totale degli infortuni denunciati sempre nel periodo 2017-2021, il 26% riguarda il terziario, il 21% l’industria, il 16% lo Stato, l’8% l’artigianato, il 4% l’agricoltura,il 13% altre attività e il 12% non è disponibile. Tra i casi mortali il settore prevalente è l’industria (31%), seguita da artigianato (22%), terziario (18%), agricoltura (12%), altre attività (7%), Stato (3%) e non disponibile (7%).

Se si guarda alle età. tra il totale degli infortuni prevale la fascia 35.49 anni (32%), seguita da quella 50-64 anni (30%) e 18-34 anni (24%). Tra i mortali spicca invece la fascia d’età 50-64 anni (53%), seguita da quella 35-49 (22%), oltre 64 anni (13%) e 18-34 anni (12%).

L’aumento delle denunce per infortuni e malattie profesisonali è a livello nazionale. Gli ultimi dati, consolidati al 2022, parlano di 697mila casi in Italia, con un aumento del 31%. Tendenza comune al nord, dopo la piena ripresa delle attività post pandemia. «Si cade dall’alto come si cadeva dall’alto come 200 anni fa, in Italia abbiamo milioni di aziende piccole che non si adeguano agli standard di sicurezza» spiega il direttore generale dell’Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro (Inail), Andrea Tardiola che fa una tremenda profezia: «Da qui al 2040 perderemo 6 milioni di persone in età da lavoro».

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