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In strada del Bramafame
06 Luglio 2023 - 07:20
Il piccolo Aron Tila, morto a 4 anni in strada del Bramafame
«Uno scenario di guerra, in cui quelle famiglie hanno perso tutto». Soprattutto i genitori del piccolo Aron Tila, che il 24 agosto del 2021 morì nell’esplosione dovuta a una fuga di gas in una palazzina in strada del Bramafame, alla periferia nord di Torino: il bimbo aveva 4 anni e la sua famiglia si era trasferita dalla provincia di Napoli da neanche 24 ore.
Ieri, nella maxi aula 3 del Tribunale, il loro avvocato e quelli delle altre vittime dell’esplosione hanno ricordato le conseguenze di quei pochi secondi che hanno cambiato le loro vite.
Il pubblico ministero Giorgio Nicola ha chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi per un artigiano, Ernesto Pennesi, 69 anni, che abitava nella stessa via e che, secondo le indagini, aveva svolto dei lavori nell’edificio: «Scollegando l’impianto centralizzato e collegando le bombole, avrebbe dovuto rispettare le norme previste in questi casi: se avesse fatto tutto in modo corretto, l’esplosione non ci sarebbe stata».
Per questo è accusato di omicidio colposo, disastro colposo ed esercizio abusivo della professione. Ma lui, attraverso l’avvocato Diego Torta, respinge ogni coinvolgimento (in un secondo filone del processo è imputato Bukurosh Snalla, zio del piccolo Aron).
Esmeralda Elmazi, avvocato di parte civile per i genitori di Aron, ha sottolineato come non siano ancora riuscita a riprendersi: «Erano arrivati a Torino in cerca di una vita migliore e hanno trovato solo dolore e morte».
La legale ha chiesto una provvisionale di 150mila euro per ciascuno dei familiari, che riceverebbero la cifra come acconto sul risarcimento da quantificare in sede civile. Nello scoppio ci furono altri feriti: Robert Painate, «ebbe ustioni fra il 50 e il 59% del corpo, di cui dal 40 al 49% di terzo grado, e porta addosso ancora i segni di quanto successe» come ha spiegato il suo avvocato di parte civile, Aldo Favazza. Un danno che il legale ha quantificato in 162mila euro.
L’avvocato Pietro Obert, invece, difende un altro residente, il 25enne Devis, e ha chiesto una provvisionale di 150mila euro per «le gravi fratture che ha riportato, anche al cranio». Per la sua fidanzata, che non era presente nell’alloggio, la proposta è di 50mila euro: «Nel crollo dell’edificio è andato distrutto il loro nido d’amore - ha spiegato - E lei ha perso tutto, persino le uniche foto che le restavano del padre defunto».
La sentenza del processo è prevista fra una settimana esatta, il 13 luglio.
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