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L'ALLARME
27 Luglio 2023 - 06:00
Il periodo di vacche grasse del Superbonus è passato e ora l’edilizia sta vivendo una nuova fase funestata dalla mancanza di personale e dal forte aumento dei tassi di interesse.
Dall’analisi del collegio costruttori edili Ance Torino emerge però un buon andamento dell’edilizia nei primi sei mesi del 2023, sulla scia del Pnrr, con un +110% dei bandi di gara pubblicati in provincia di Torino rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per un importo di 272 milioni di euro, e un aumento dei permessi di costruire per una volumetria più ampia di quasi il 44% rispetto ai primi sei mesi del 2022.
«Il nostro settore è apparentemente in salute in questo primo periodo dell’anno grazie all’onda lunga degli effetti del Superbonus e del Pnrr che nell’area metropolitana di Torino ha permesso di finanziare opere per un importo di 1.894 miliardi di euro e cui 430 milioni a Torino. Ma questi fondi e i cantieri gestiti con difficoltà dalle stazioni appaltanti sono a rischio se si considerano i tempi stretti per la chiusura dei lavori al 2026, la carenza di manodopera e l’aumento dei tassi di interesse» sottolinea il presidente di Ance Torino, Antonio Mattio, tracciando un quadro del settore edile per nulla confortante.
«In Piemonte mancano circa 30mila addetti, circa la metà dei quali a Torino e provincia. Ciò significa che sono a rischio i progetti del Pnrr, e a risentirne sono soprattutto i Comuni più piccoli del torinese dove mancano figure in grado di gestire il processo, ma anche Torino è in difficoltà considerando che molti dipendenti comunali stanno andando in pensione e negli uffici c’è forte carenza di personale dedito all’edilizia» spiega Mattio.
«A mancare - specifica - non sono soltanto tecnici e specialisti ma anche operai comuni e qualificati, i giovani preferiscono orientarsi verso altri comparti trascurando di analizzare a fondo i vantaggi anche economici e le tante opportunità che il settore offre, comprese le provvidenze garantite dall’iscrizione alla Cassa Edile: per intenderci gli stipendi mensili in questo settore oscillano tra i 1.483 euro e i 1.986 euro, con tredicesima, quattordicesima e assistenza sanitaria».
Non è però tutto oro quel che luccica. «Vero è che a volte non si seguono le regole e ci sono ancora contratti multiservizi come per i manutentori delle aree verdi» ammette il presidente di Ance Torino.
Altra spina nel fianco del settore edile è l’aumento dei tassi di interesse: «La Bce sembra stia cercando di riparare i suoi errori aumentando i tassi di interesse che sono addirittura triplicati - attacca Mattio -, questo fa sì che ci sia una contrazione della domanda di edilizia residenziale. L’aumento dei tassi, unito alle incertezze della situazione economica e geopolitica internazionale, tra guerra e speculazione sulle materie prime, spaventa le famiglie e minaccia di bloccare il mercato».
Un bel problema considerando la vetustà del patrimonio immobiliare torinese: «Il 70% del patrimonio è vecchio, è necessario far tornare lo sconto in fattura per agevolare gli interventi di ristrutturazione e bisogna cancellare il tabù della demolizione degli edifici per crearne di nuovi».
A Torino c’è poi il problema dei troppi alloggi sfitti che restano vuoti: «Avevamo proposto all’assessore Rosatelli di garantire ai padroni di casa che gli affittuari non avessero avuto sfratti prima di 5 anni al momento della firma del contratto - ricorda Mattio - ma non ci ha più fatto sapere niente».
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