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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA

«Torino non è soltanto automotive, diventi la Capitale del turismo»

Parla Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino

«Torino non è soltanto automotive, diventi la Capitale del turismo»

Trasformare Torino in una vera città turistica, più accogliente e dinamica, in grado di valorizzare le sue attività commerciali, i servizi e il terziario. E’ questo il sogno di Giancarlo Banchieri, classe 1975, nato e cresciuto alle Vallette, laureato in Sciente politiche all’Università di Torino, diventato presidente di Confesercenti Torino nel 2016, dopo una vita spesa prima nel negozio di frutta e verdura dei genitori e poi a capo di un hotel e di un ristorante a Cambiano.

Turismo e commercio, da che parte pende la bilancia a Torino?

«Io credo che Torino abbia le carte in regole per diventare una città sempre più turistica e lo sta facendo come dimostrano gli ultimi dati della Regione. Sul commercio invece abbiamo delle difficoltà strutturali».

Per potenziare il turismo a Torino cosa si potrebbe fare?

«Di certo potenziare l’aeroporto, aumentando ancora di più i voli e migliorando i collegamenti. In questo modo si attirerebbero più persone da varie parte del mondo e Torino potrebbe davvero avere un ruolo di capitale del turismo. Ci vorrebbe poi un centro congressi e un centro fieristico più internazionale. Serve inoltre una maggiore promozione, Turismo Torino e Visit Piemonte fanno un ottimo lavoro ma non hanno abbastanza risorse. Abbiamo una bellezza paesaggistica senza pari e una grande offerta gastronomica che andrebbero maggiormente valorizzate. Così facendo entrerebbero molti più soldi con la tassa di soggiorno e la città diventerebbe più ricca. Ora non voglio dire che si debba sostituire il turismo alla manifattura ma non esistono solo automotive e aerospazio».

La città organizza abbastanza eventi per attirare turisti?

«Direi di sì, oltre alle Atp Finals di tennis ci sono in programma un gran numero di eventi, soprattutto sportivi, come l’Europeo di pallavolo, la Coppa Italia di basket e il Tour de France il prossimo anno: porterà il pienone negli hotel che in questo periodo estivo stanno un po’ soffrendo».

Il commercio è in difficoltà ormai da tempo e i saldi estivi sono stati un flop. Come si potrebbero agevolare i negozianti?

«E’ il momento che una parte dei fondi europei venga usata per sostenere il commercio, come avvenuto per industria e agricoltura. In questo modo si potrebbe ad esempio potenziare la digitalizzazione delle imprese, riconvertire il tipo di offerta o spostare le attività. E’ inoltre necessario abbassare le imposte sul lavoro, magari aumentandole sulle rendite, e far pagare le tasse ai grandi player dell’online. Purtroppo la web tax continua a essere una chimera».

Come associazione vi siete confrontati con tre amministrazioni differenti. Quale preferisce?

«Ho un ottimo ricordo dell’amministrazione Fassino, in particolare dell’assessore Braccialarghe che aveva una visione della città turistica molto ampia, dalle mostre sugli impressionisti ai grandi concerti di musica classica. Rimpiango quel periodo perché Torino stava diventando una città internazionale. Con l’amministrazione Appendino c’è stato un confronto, all’inizio non volevano i grandi eventi ma poi hanno cambiato rotta portando l’ Erovision e le Atp Finals. Infine con Lo Russo, in particolare con l’assessore Chiavarino, abbiamo fatto un grande lavoro sul regolamento dei dehor».

E sulla movida?

«Abbiamo un tavolo aperto con il Comune, ma è un tema molto difficile da affrontare perché richiede di mettere insieme il diritto al lavoro, al riposo e al divertimento. Ho apprezzato molto l’approccio dell’amministrazione che è sempre intervenuta sul singolo commerciante che sbaglia e non sull’intera categoria, nonostante il macigno della sentenza che le è caduto addosso. In generale, per gestire meglio la movida, credo che servano più controlli delle forze dell’ordine e i luoghi adatti, come il Valentino e i Murazzi che stanno finalmente rinascendo».

Se potesse esprimere un solo desiderio, cosa chiederebbe al Comune?

«Di abbassare il costo della Tari. E’ impensabile che un ristorante paghi mille euro di tassa rifiuti».

Cosa pensa invece dell’aumento delle tariffe di sosta?

«E’ una decisione non ci vede contenti perché disincentiva i clienti a parcheggiare in centro e i consumi rischiano di calare ulteriormente».

Con l’Appendino vi siete schierati contro la Ztl allargata, che opinione ha invece delle pedonalizzazioni?

«Credo che in alcuni casi, come in via Roma e via Lagrange, siano utili al commercio, in altri invece, come in via Di Nanni, aumentino soltanto il degrado».

Che consiglio darebbe al sindaco Lo Russo?

«Sta lavorando bene, tra assunzioni, Metro 2 e Pnrr, ma dovrebbe migliorare i rapporti con i corpi intermedi, le associazioni e i sindacati, altrimenti il suo lavoro rischia di non essere percepito».

Una battaglia di Confesercenti di cui va fiero?

«Quando con l’Appendino, durante il Covid, riuscimmo a fare approvare le misure di sostegno ai commercianti».

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