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Gestita dal manager come una diva di Hollywood

Segre-Seymandi: Cristina ha bisogno di soldi, ecco tutti i suoi nuovi affari

Lei lo aveva già detto: «Ho bisogno di lavorare» e ora dovrà anche pagare avvocati e "reputation manager"

Il vil denaro

In palio 680mila euro

In Tribunale non c’è storia, un messaggino di Massimo Segre alla sua ex promessa sposa non ha il valore di una donazione, e i 680mila euro che Cristina Seymandi si era auto bonificata, li dovrà restituire. L’avvocato Daniele Zaniolo che cura gli affari di Segre ne è convinto e, a dirla tutta, la giurisprudenza è unanime. Quel denaro era stato prestato «per una contingenza», forse a Cristina serviva per chiedere un mutuo, un prestito o a movimentare il conto postale. Ma ora che è tutto finito, i soldi dovranno tornare al commercialista finanziere che ne ha dimostrato la titolarità.

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Solo in un caso il giudice Fabrizio Alessandria potrebbe decidere diversamente, e cioè se in giudizio fossero presentati documenti relativi a una donazione che, specie per cifre come quelle, non si concede con un semplice messaggino WhatsApp. C’è anche un altro caso: se quei 680mila euro fossero un pagamento per beni o servizi, allora dovrebbero esserci delle fatture, ma questa è pura teoria, perché i due conti, quello cointestato Segre-Seymandi e l’altro alle Poste della sola Cristina, erano personali. Se poi l’avvocato Andrea De Pasquale che tutela Seymandi, dovesse lanciarsi in discorsi su «dote e promesse di nozze», la battaglia, allora, sarebbe persa ancora prima di iniziare. Doti, regali e quant’altro ha a che vedere con i fiori d’arancio, sono beni che devono essere tutti restituiti entro 12 mesi dalla rottura del fidanzamento.

IL REPUTATION MANAGER LUCA POMA

De Pasquale ne è consapevole, Cristina Seymandi pure e lo sa anche Luca Poma il “reputation manager” ingaggiato dalla Seymandi come consulente. Per venirne fuori, alla manager non resta che una cosa, insistere sul piano giudiziario nei tre gradi di giudizio e, se ciò non bastasse, fino alla Corte di Giustizia Europea, nella speranza di avviare un negoziato con Segre e concludere con una transazione di natura economica. In fondo, anche Segre l’ha fatta grossa, «scaricare platealmente e umiliare la promessa sposa di fronte ad amici e invitati, non è proprio una cosa che capita tutti i giorni», spiega uno di coloro che erano presenti a quella fatidica festa del 27 settembre.

Nel frattempo, però, Seymandi dovrà pagare le parcelle dei legali e anche quelle del suo consulente di comunicazione e con i 680mila euro bloccati dal giudice, tutto diventa più difficile, mentre Segre non ha certo di questi problemi.

La situazione economico finanziari preoccupa Cristina Seymandi, come lei stessa aveva detto in una delle poche interviste rilasciate, «io ho bisogno di lavorare», facendo riferimento al suo incarico alla Savio che, Segre volendo, potrebbe far saltare. E allora per far fronte a tutto questo, il reputation manager sembra perseguire la strategia più conveniente, trattando Cristina Seymandi come una vera diva holliwoodiana, e concedendo esclusive a Tv (Giuseppe Brindisi ha messo a segno un paio colpi) e a giornali, scelti non si sa bene come. Si può solo immaginare, ovviamente facendo peccato, ma quasi certamente, azzeccandoci in pieno.

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