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LA SITUAZIONE A SAUZE DI CESANA
13 Settembre 2023 - 06:30
Il sindaco di Sauze di Cesana e, alle sue spalle,una delle frane che hanno devastato la Valle Argentera
La Valle Argenterà riaprirà solo il prossimo anno ma tra i suoi monti c’è chi non si arrende: 4 famiglie e mille animali, che aspettano il momento giusto per lasciare i pascoli e tornare a valle, attraversando prati e sentieri devastati da massi e fango.
Venti giorni fa una serie di frane cambiava il volto della Valle Argentera, tra Sauze di Cesana e Sestriere, tra le mete preferite degli escursionisti non solo italiani. Duecento di loro, quella notte, erano accampati lungo la Valle e solo il giorno dopo, con una spettacolare operazione di salvataggio dei vigili del fuoco, riuscirono a uscire dalla Valle devastata, tutti miracolosamente indenni. Venti giorni dopo, è tempo di primi bilanci per il sindaco di Sauze di Cesana, Maurizio Beria d’Argentina: «La strada che attraversa la Valle - spiega - è ormai sgombra e completamente transitabile, ma resta chiusa sia ai pedoni che alle automobili». Il rischio di ulteriori frane infatti è troppo alto. «La prossima settimana - anticipa il primo cittadino - effettueremo un nuovo sopralluogo ma non credo che ci saranno grandi novità. La possibilità di ulteriori distacchi è elevata, dovremo attendere la neve e il disgelo, che potrebbero creare ulteriori movimenti e poi dopo l’inverno potremo intervenire per far cadere i massi a rischio. La Valle Argentera quindi riaprirà ai turisti solo il prossimo anno».
E mentre nei giorni scorsi gli escursionisti che furono tratti in salvo in elicottero, hanno avuto il permesso di rientrare nella Valle ma solo per recuperare le proprie automobili, c’è invece qualcuno che da questi monti in realtà non è mai scappato. «Ci sono 4 famiglie che si occupano di altrettanti alpeggi, per un totale di una quindicina di persone - spiega il sindaco - in alto, nei pascoli, con un migliaio di capi di bestiame. Sono anche le stesse famiglie che gestiscono i due agriturismi, che ovviamente sono stati obbligati a chiudere». Per loro, il danno economico è elevato. «Non hanno potuto ospitare turisti e neanche vendere i loro formaggi agli escursionisti. Ho offerto loro di aprire un punto vendita qui in paese ma non è stato possibile. Ora ci stiamo attivando con le associazioni di categoria per vedere se riusciremo a trovare, anche con la Regione, un modo per aiutarli economicamente». Prima, però, dovranno tornare a valle. «Dal 20 settembre cominceranno a muoversi - spiega il sindaco - per loro abbiamo individuato un percorso attraverso una mulattiera che dovrebbe essere sicuro, in modo che possano scendere a valle in sicurezza insieme ai loro animali».
Infine, c’è il conto dei danni. «Quello peggiore - spiega il sindaco - è al ponte del Vallonetto, che non esiste più. Per ora abbiamo allestito un guado provvisorio, ma occorrerà ricostruirlo. Poi le spese per gli sgomberi dei massi e ovviamente i mancati introiti dovuti alla chiusura anticipata della stagione turistica. Ma un conto preciso ancora non lo abbiamo».
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