Cerca

L'evento

Un giardino per ricordare ”il Commissario di Torino”

Una targa in piazza Peyron per non dimenticare Giuseppe Montesano

I giardini di piazza Peyron (foto nel tondo: GiuseppeMontesano)

I giardini di piazza Peyron (foto nel tondo: GiuseppeMontesano)

Quel giorno qualcuno aveva sparato contro una volante della polizia. Colpi di pistola tra la folla in una via del centro. Nessun ferito, solo paura per gli agenti scampati all’agguato. E in mezzo alla strada, con quel sorriso indecifrabile sul volto, c’era Giuseppe Montesano. Era il capo della Mobile, anche se, per la gente, era semplicemente “Il Commissario di Torino”. «Se c’è lui -mi disse il mio fotografo - deve essere una cosa grossa».

E lo era perché in quegli anni la guerra tra i racket siciliani e calabresi insanguinava le notti. E anche la polizia era un bersaglio. Lui fu sbrigativo, come sempre: «Venite in questura, prima di scrivere». Aveva il piglio del capo e il garbo di un maestro. Anche con i cronisti che, allora, usavano più i mocassini che la penna per dare la caccia alle notizie. Per noi era un mito, e lo era anche per la città che lo apprezzava come poliziotto e come uomo.

Il ricordo mi torna in mente oggi perché è ufficiale la notizia che Torino vuole dedicargli un giardino, nel cuore di San Donato. Più esattamente in quello spazio verde di piazza Peyron dove alle ore 11 del 20 ottobre prossimo, verrà inaugurata una targa celebrativa. Era un uomo libero e un grande servitore dello Stato Giuseppe Montesano. E allo Stato dedicò tutte le sue energie. Ma con Torino sempre nel cuore, la città dove ha iniziato il suo lavoro tra gli attentati delle Brigate Rosse e di Prima Linea, lungo quella linea di sangue che fece morti e feriti e la malavita in guerra per la conquista del territorio.

Tra racket e droga, in quell’escalation di violenza culminata con l’agguato mortale al procuratore Bruno Caccia. La sua è stata una vita spesa per la legalità con incarichi sempre più importanti fino al ruolo di questore di Palermo al fianco di Falcone e Borsellino.

Era un poliziotto all’antica Montesano. Uno di quelli che sanno ispirare anche la letteratura se è vero che il commissario Santamaria uscito dalla penna di Fruttero&Lucentini nel romanzo la “Donna della Domenica” gli assomiglia così tanto nei modi e nelle espressioni forse persino nel carattere compresi pregi e difetti. Da lassù, immagino che lui sorrida sarcastico all’abbinamento con Santamaria. In quell’eterno gioco tra realtà e immaginazione che gli piaceva tanto.



Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.