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Il provvedimento del Governo
20 Settembre 2023 - 06:26
Nuova rivolta al Cpr di Torino (foto di repertorio).
Sarebbe la Riserva Naturale della Vauda il sito scelto dal Governo per realizzare entro quattro mesi dal varo del decreto Legge Sud, il nuovo Cpr (Centro di permanenza e rimpatrio) del Piemonte. La struttura dovrebbe essere realizzata all'interno del perimetro che un tempo ospitava il poligono militare di Lombardore. Il provvedimento dovrebbe coinvolgere, direttamente o indirettamente anche i comuni di Lombardore, San Francesco al Campo, Cirié, San Carlo, Front, Nole, Mathi, Rivarossa e Volpiano, San Benigno e Bosconero, con ricadute in tutto il Basso Canavese. La nuova struttura sarebbe capiente al punto da poter ospitare fino a duemila migranti e salirà da 6 a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento. Sarebbe stata scelta la Vauda, perché abbastanza lontana dai centri abitati, così come prevede il nuovo decreto Sud. Il vecchio Cpr di corso Brunelleschi a Torino, chiuso nella primavera scorsa, è in fase di ristrutturazione, ma sembra completamente inadeguato ai nuovi protocolli stabiliti dal governo di Giorgia Meloni.
La rete di questo tipo di accoglienza sarà potenziata dal Genio militare che realizzerà nuove strutture in località su tutto il territorio nazionale. Saranno zone, dice la presidente del Consiglio «a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili» che non creeranno disagio alla popolazione. Eppure nelle ultime 24 ore si sono moltiplicate le reazioni preoccupate degli amministratori locali, sindaci e presidenti di regione, che non vorrebbero “problemi” sui loro territori. Non si tratta esclusivamente di esponenti legati politicamente alle opposizioni, ma anche di sindaci e governatori di centro-destra. Se non sorprendono dunque le reazioni dei sindaci dem di Bologna e di Modena che hanno denunciato arrivi imprevisti da Lampedusa in queste ore, o del presidente della Toscana Eugenio Giani, o del presidente emiliano-romagnolo Bonaccini, destano stupore le preoccupazioni degli amministratori di centro-destra.
Il governatore del Veneto Luca Zaia ha detto: «Non siamo mai stati contattati da nessuno per un nuovo Cpr né nessuno me ne ha mai parlato. Guardiamo con molta preoccupazione ai numeri perché ci dicono e confermano quello che era l'allarme che avevo lanciato quest'estate e e cioè che andavano verso il raddoppio. Il problema è che dei circa 200mila arrivi sono il 10%, ha diritto allo status di rifugiati. Almeno 150mila dei 200mimla sono migranti senza titolo per chiedere aiuto, sono migranti 'economici' diciamo così». Il presidente del Molise Francesco Roberti, eletto con la coalizione di centro-destra a giugno scorso ha dichiarato: «In Molise, da quello che mi risulta, non abbiamo una struttura idonea da adibire a Cpr anche perché è indispensabile, da quanto ho capito la recinzione, quindi non si può usare il primo albergo dismesso. Per come la vedo io questa storia della recinzione non mi entusiasma».
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