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LA PROTESTA

«Ci cacciano per aver pagato l’affitto»

La rabbia delle 63 famiglie dopo le lettere che le invita a lasciare i loro appartmenti in affitto in corso Regina. Le foto della manifestazione davanti all'assessorato: «Il Comune ci aiuti»

«Ci cacciano per aver pagato l’affitto»

La disperazione di chi deve lasciare la propria casa in poco tempo dopo una vita passata nello stesso posto è andata in scena ieri pomeriggio davanti all’assessorato comunale al Welfare in via Giulio. A protestare sono i condomini dei palazzi di corso Regina Margherita 292 e 294 che vivono da anni in affitto negli alloggi a canone concordato. La proprietà, società appartenente a una famiglia torinese, ha infatti deciso di vendere l’immobile in blocco. E agli inquilini è stato comunicato che dovranno decidere se acquistare oppure lasciare la propria abitazione di qui a pochi giorni.

Il palazzo di corso Regina con gli striscionidi protesta appesi ai balconi

In totale sono 63 famiglie che rischiano di restare senza un tetto sopra la testa. Alcune di queste ieri mattina sono scese in piazza, sostenute da Potere al Popolo, con striscioni e bandiere per chiedere un intervento da parte del Comune.

Tra queste c’è la famiglia Roccaforte: «Io e mia moglie viviamo lì con nostri figli, entrambi minori, abbiamo sempre pagato l’affitto regolarmente e non capiamo perché due giorni fa ci sia arrivata la lettera di sfratto che ci invita a lasciare casa a marzo» si lamenta Salvatore che ha dovuto spendere soldi per ristrutturare l’appartamento: «Appena qualche settimana fa abbiamo fatto mettere la porta blindata, ovviamente a nostre spese».

Anche Cosimo Giugno, 72 anni, ha fatto i lavori da poco: «Ho rifatto il pavimento, gli impianti, l’intonaco, pensando di vivere in questo appartamento a lungo, invece a fine anno mi scade il contratto e non me lo vogliono rinnovare». Cosimo vive al civico 294, al piano sopra rispetto alla sorella Silvana: «Abito qui da 13 anni, mio marito è mancato da poco, almeno c’è mio fratello che mi tiene compagnia. Ma adesso che ne sarà di noi?» si domanda la signora.

Giuseppe Moricca vive al quinto piano del civico 292 insieme alla moglie e due figli: «A marzo ci butteranno fuori. Ci hanno detto che l’unico modo per restare è comprare casa. Ma chi ha i soldi per farlo?».

Nicolò Pettavino dovrà lasciare casa ad aprile l’appartamento all’ottavo piano dove vive dal 2018 con la moglie Maria Giovanna: «Se ci vogliono mandare via che almeno ci trovino un’altra casa».

C’è poi chi è particolarmente affezionato al luogo in cui ha vissuto per una vita intera, come Martina Ungaro, residente al secondo piano, residente al secondo piano del palazzo al civico 294: «Ho 25 anni e vivo lì da quando ne avevo 4, sono nata e cresciuta in quell’appartamento e adesso non possono chiederci di andarcene».

I manifestanti erano sostenuti da Potere al Popolo: «Chiediamo che il Comune intervenga per bloccare gli sfratti oppure che trovi altre sistemazioni per queste persone. E’ inaccettabile che, per la fame di profitto di un’impresa immobiliare, decine di famiglie rischiano di trovarsi senza una casa in una città che è già attraversata da una profonda crisi abitativa» sottolinea Luigi Celebre, rappresentante del movimento. Al termine della manifestazione una delegazione di tre coinquiline è stata accolta dall’assessore Rosatelli per trovare una soluzione comune.

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