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Alleati solo in Sardegna

Elezioni Regionali: in Piemonte M5S dà il benservito al Pd

Tramonta la candidatura di Chiara Gribaudo e per i Dem rispunta quella di di Daniele Valle. I Grillini potrebbero puntare su Appendino, Disabato o su una personalità esterna

I candidati

Alla fine saranno loro

Addio al “campo largo”. In Piemonte. Alle prossime elezioni regionali, Pd e M5S correranno separati. Lo riferisce, citando autorevoli, ma altrettanto anonime fonti romane, l’agenzia stampa Adnkronos. Il dispaccio messo in rete nel tardo pomeriggio di martedì, è passato pressoché inosservato fino a ieri mattina quando, il primo che lo ha letto, lo ha subito inoltrato, innescando una vera catena di Sant’Antonio. Poi è stata la volta delle telefonate per capire e chiarire.

CHIARA GRIBAUDO

Anche se, in verità, c’è poco da capire e da chiarire: Pd e M5S saranno alleati in Sardegna, ma sul Piemonte Giuseppe Conte e Chiara Appendino non ne vogliono sentir parlare. Non sarebbe sufficiente neppure la candidatura di Chiara Gribaudo (più ecumenica - verso di loro - rispetto a Daniele Valle) a cambiare le cose. E le cose sono essenzialmente due: le posizioni identitarie molto rigide (rispetto al Pd) e autonome del movimento grillino piemontese e la figura del sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Il primo cittadino viene percepito dal M5S come il vero leader Dem in regione e si ricorda che con Chiara Appendino, quando lei guidava Palazzo Civico, non c’è mai stata, per usare un eufemismo, piena sintonia.

DANIELE VALLE

Tanto basta, e senza ad andare a rivangare fatti che ormai si perdono nella notte dei tempi, ma che Appendono sembra esserseli legati a un dito. Dunque, risorge dalle ceneri la figura di Daniele Valle, come il più autorevole dei candidati possibili, diverso da Gribaudo perché, invece di guardare a sinistra, preferisce virare verso il centro. Il centro destra lo giudica un candidato debole, ma non Alberto Cirio che teme che Valle, come competitor diretto, possa azzoppare la lista civica che il presidente sta componendo con tanta cura. A questo punto è possibile che quella lista possa risultare orfana della componente popolare e cattolico democratica. Un sorta di palude di gruppi e gruppuscoli che, tutti insieme, però, potrebbero fare numeri importanti e che, venendo meno, potrebbero costringere lo stesso Cirio ad una radicalizzazione verso destra e Lega.

SARAH DISABATO

Per ciò che riguarda M5S, se correrà in solitaria, si pone il dilemma di chi candidare come presidente. Spiega la capogruppo in Regione Sarah Disabato: «Per ora questo è un problema che non ci siamo posti, come del resto non siamo in grado di esprimere giudizi su “voci romane”. Attualmente i gruppi territoriali del movimento stanno elaborando il programma che, verosimilmente, sarà completato entro dicembre. Poi vedremo. Se dovessimo correre da soli esprimeremo il nostro candidato». Come sempre, sulle scelte di M5S è difficile fare previsioni. I nomi che circolano, sono quelli della stessa Disabato e di Chiara Appendino, ma solo perché sono le esponenti stellate più note. C’è poi la terza ipotesi, quella di una figura esterna e di prestigio, un po’ come è stato Giuseppe Conte a livello nazionale.

ALBERTO CIRIO

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