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A PRALORMO

Il giallo delle ossa nel bosco: «Non posso credere siano di mio fratello»

Parla la sorella di Emanuel Marino, svanito nel nulla il 27 luglio di due anni fa

emanuel marino

Emanuel Marino

«Sono passati due anni, ma non ho perso le speranze: secondo me, mio fratello è ancora vivo. Non posso pensare che siano sue quelle ossa trovate vicino al lago della Spina». Chiara Marino è la sorella di Emanuel, il giovane scomparso il 27 luglio del 2021. Viveva a Buttigliera d’Asti. Quella mattina, è uscito presto di casa ed è stato visto lungo la strada statale 29, tra Poirino e Villanova. Poi più niente.

A pochi chilometri da lì, due settimane fa, un cercatore di funghi ha trovato un teschio, altre ossa e alcuni frammenti di vestiti. Erano in un bosco accanto al lago della Spina, a Pralormo. «Appena io e mia mamma l’abbiamo saputo, ci siamo insospettite anche noi». Ha fatto lo stesso l’associazione Pace, che si occupa di persone scomparse e ipotizza che quei resti siano di Marino. «Noi siamo state avvisate con una telefonata - prosegue la sorella - Poco dopo, siamo state informate che dai primi accertamenti sembrano i resti di una persona anziana». In questo caso, non sarebbero compatibili con Emanuel Marino. Il giorno della scomparsa, aveva 31 anni. «Sono sicura che mio fratello non conosceva quel lago a Pralormo. Soffre di schizofrenia. Gli piace molto stare all’aperto, ma non in luoghi isolati e che non conosce. Per esempio, spesso andava in campagna a raccogliere la frutta».

Lo scorso dicembre, una signora aveva segnalato di aver visto un ragazzo che assomiglia a Emanuel a Cisterna di Latina (Lazio): altezza 1 metro e 75 circa, corporatura robusta, capelli castani. «Quella segnalazione non ha mai avuto conferme e, da allora, non ne sono arrivate altre». Quanto è dura non sapere? «Soffriamo tanto: io, i miei genitori, chi voleva bene a mio fratello. Noi non perdiamo le speranze, ma non sappiamo neanche darci spiegazioni. Se qualcuno si è preso gioco di lui e l’ha fatto allontanare, potrebbe avergli dato corda: era una persona fragile, può darsi si sia fatto condizionare. Ma perché qualcuno dovrebbe averlo fatto? Non abbiamo sospetti, solo la speranza di ritrovarlo. Ho impostato le notifiche di Google: ogni volta che si pubblica qualcosa con il nome di mio fratello, mi arriva una notifica. Voglio sempre essere aggiornata».

Intanto, le ossa di Pralormo restano un giallo. Proveranno a risolverlo gli inquirenti, che si sono già attivati per le analisi scientifiche. A quei resti, bisogna restituire un nome, un cognome, una storia.

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