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L'ANALISI

«Dove sono camerieri e artigiani?» L'allarme delle piccole e medie imprese

Il presidente dell'Osservatorio Fmpi, Luca Pantanella: «Imprese a corto di personale, vi spiego il perché»

«Dove sono camerieri e artigiani?» L'allarme delle piccole e medie imprese

Le pmi del Piemonte sono sotto organico del 7,5% e faticano a trovare personale. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Economico della Federazione Medie e Piccole Imprese (Fmpi) che include oltre 6mila aziende, di cui più di 500 in Piemonte.

«Aumenta la difficoltà nel reperire figure professionali quali personale di sala e di cucina, ma anche artigiani e maestranze specializzate in genere, come carrozzieri, elettricisti, tornitori e verniciatori» spiega Luca Pantanella, presidente dell’Osservatorio Economico Fmpi. «Un bel problema - aggiunge - per i ristoranti, le piccole officine, il mondo dell’arte bianca in genere, con panettieri e pasticceri che faticano a evadere le commesse di confezioni natalizie nel periodo per loro più cruciale dell’anno». Le aziende inoltre non possono guardare al futuro con serenità: «Si tratta infatti di un trend, in atto dal 2021, che stimiamo in crescita di un +3% anche per il 2024» aggiunge il presidente dell’Osservatorio.

Il presidente dell'Osservatorio Fmpi, Luca Pantanella

Come mai non si riesce a trovare una soluzione?

Per Luca Pantanella a incidere è anche il Reddito di cittadinanza e i suoi attuali sostituti che hanno cambiato le abitudini dei ragazzi. Ma anche la difficoltà delle imprese a essere concorrenziali. «Da una parte ci sono i giovani disoccupati che preferiscono prendere tutti i bonus di Stato e i sussidi possibili, invece di andare a lavorare con contratti part time, dall’altra le difficoltà delle imprese di accedere a bandi e incentivi» sottolinea Pantanella: «Si consideri che in Italia sono soltanto il 30% le imprese che accedono al credito agevolato, soprattutto i grandi gruppi, mentre l’altro 70%, rappresentato in larga parte da pmi, fa più fatica, anche perché le consulenze strategiche legate alla cosiddetta progettazione finanziaria sono per ovvie ragioni di costi per lo più appannaggio di realtà imprenditoriali strutturate di grandi dimensioni che non hanno alcun problema ad assorbirle nei propri bilanci».



Ci sono anche altri fattori che penalizzano la competitività del tessuto produttivo locale. Come spiega il presidente Pantanella, a incidere sono: «l’incremento dei costi di logistica (+18%) per via del caro-trasporti e caro-carburanti, le oscillazioni di prezzo per confezioni e imballi, che registrano in media in regione, attualmente un +8,5%».

Quali soluzioni si possono adottare dunque?

«Credo che sia necessario incentivare le Its e gli istituti professionali per far avvicinare i giovani al mondo del lavoro fin da subito, a tal proposito è necessario avere contratti snelli con meno burocrazia, il cui costo può diventare retribuzione per il lavoratore e certezza di investire su risorse umane fidelizzate e capaci per l’impresa».

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