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Il giallo

Vincono gli Elkann: il tesoro di Gianni Agnelli resta segreto

Il Tar del Lazio blocca il Ministero della Cultura e l'inchiesta di Report

I quadri dell'Avvocato, un tesoro da 2 miliardi sparito nel nulla. Guerra fra John e Margherita

Il Tar del Lazio ha annullato la nota con cui il Ministero della Cultura aveva dato il "via libera" a conoscere l'elenco delle opere d`arte appartenute a Gianni Agnelli e ai suoi eredi.

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato da John, Lapo e Ginevra Elkann, nipoti dell'Avvocato. A chiedere la consultazione era stato, avvalendosi dell'istituto del cosiddetto "accesso civico generalizzato", un giornalista della trasmissione Rai Report.

I legali degli Elkann, fra l'altro, avevano sollevato il problema della tutela della sfera di riservatezza delle persone interessate e della conservazione dei beni in questione, oltre al fatto che la richiesta fosse «non proporzionata rispetto allo scopo tipico dell'accesso civico generalizzato». Il risultato è che, di fatto gli Elkann, conservano il segreto sulle dimensioni della collezione, molto più grande e preziosa di quanto si sapesse: gli esperti stimano il valore delle opere inizialmente in 213 milioni di euro ma alcune fonti sostengono che il reale valore possa superare i 2 miliardi di euro, dieci volte di più. Il motivo è questo: nell’ambito delle lotta per l’eredità che vede la figlia dell’Avvocato, Margherita, contrapposta ai suoi figli John, Lapo e Ginevra Elkann, c’è un accordo transattivo che fa l’inventario anche dei quadri: risultano 250 opere, ma nella realtà dei fatti sarebbero oltre 600. Un tesoro che risulta sparito, forse portato all'estero senza un permesso di esportazione delle dogane.

 

Report voleva proprio fare chiarezza per capire perché tutto questo sia successo e "ritrovare il tesoro". Il Tar del Lazio glielo ha impedito, per ora.

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