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L'ANALISI

Cenone in casa per i torinesi «Ma pesce e dolci valgono oro»

Secondo lo studio di Unc Piemonte i prezzi per Capodanno sono lievitati del 6%

Cenone  in casa per i torinesi «Ma pesce e dolci  valgono oro»

Capodanno con amici e parenti? Sì, ma a casa. Secondo un’indagine condotta dall’avvocato Patrizia Polliotto, presidente del comitato regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, l’80% dei piemontesi e dei torinesi trascorrerà il veglione in casa con amici e parenti, mentre solo il 15% ha prenotato per feste o ristoranti. Ma si spenderà il 6% in più rispetto al 2022.

«Anche quest’anno - spiega Polliotto - particolare cura verrà prestata al risparmio, stante l’inflazione e il caro-prezzi che da oltre un anno incidono stabilmente sul carrello della spesa. Feste e ristoranti saranno appannaggio per lo più di un 15% composto essenzialmente da benestanti e turisti».

Per il cenone e il pranzo di Capodanno: «il budget di spesa per il menu oscillerà fra i 35 e i 50 euro pro capite, a seconda delle possibilità. Tra gli alimenti oggetto di maggiori rialzi spiccano in primis pesce, frutta e dolci» spiega la presidente di Unc Piemonte.

L'avvocato Patrizia Polliotto, presidente del comitato regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

«Inoltre - sottolinea - la continua impennata dei prezzi su gran parte dei generi alimentari di base, quali pasta, pane, latte e prodotti caseari, uova, olio e condimenti primari, concorre in buona misura alla lievitazione del budget delle tavolate delle festività essendo già un processo in corso da almeno un biennio abbondante, nonostante i tentativi istituzionali di cercare di calmierare e arginare il fenomeno mediante bonus e decreti a favore delle fasce più deboli. I rincari - aggiunge - graveranno anche sulla composizione delle tavole, penalizzando soprattutto i budget ridotti».

L’avvocato ha analizzato anche i prezzi della grande distribuzione: «Con le offerte in stock dell’ultimo minuto i supermercati avranno gioco facile, e i prezzi crescono di circa del 10% in più rispetto allo scorso anno quale fonte di approvvigionamento per le fasce economicamente più deboli».

«Vero è - aggiunge ancora Polliotto - che sotto un profilo meramente antropologico e socioculturale, gli italiani sono un popolo di solide radici fedeli alle proprie tradizioni, e pertanto pranzi e cene in compagnia di amici e parenti mantengono fortunatamente la loro sacralità rituale a dispetto di crisi e recessione quale buon auspicio per un futuro migliore».

Secondo Luca Pantanella, presidente dell’Osservatorio economico Fmpi: «A trarre maggiori ricavi nella scelta degli ingredienti con cui imbandire i banchetti di fine e inizio anno saranno soprattutto grande distribuzione, e-commerce e marchi in capo alle società multinazionali, unici soggetti economici a potersi permettere una guerriglia marketing all’ultimo sconto, fatto che indubbiamente penalizza il commercio di vicinato e di quartiere, e in generale i piccoli dettaglianti impossibilitati a sostenere il ritmo di una competizioni impari e impossibile. La partita è tutta giocata - aggiunge Pantanella - sulla massimizzazione della capacità di spesa di offerte e promozioni rispetto all’entità reale del potere di acquisto di ciascun consumatore».

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