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Le candidature del centro sinistra in Piemonte

L’ultimo “miglio” dei partiti prima del voto di giugno

Girandola di nomi, da Valle a Gribaudo, da Saracco a Giustetto, ma i percorsi ancora non sono chiari

Al voto

Si voterà l'8 e il 9 giugno

Venerdì andrà in scena l’ultima puntata del lungo e complicato negoziato tra M5S e Pd riguardo la possibile (anche se improbabile) alleanza per le elezioni Regionali in programma l’8 e il 9 giugno (accorpate con le Europee e le comunali). Possibile perché da una parte e dall’altra c’è chi manifesta un genuino interesse per le “nozze”; improbabile perché, sempre da una parte e dall’altra, c’è che ha preso a prestito la manzoniana frase: «Questo matrimonio non sa’ da fare» e preferisce andare a «cantare in altri cortili». L’altro cortile, per i Dem, è quello dell’arcipelago centrista, oggi più che mai sensibile alle sirene del centro destra, ma una candidatura secca del “papa boy” Daniele Valle potrebbe riaprire i giochi. Non ci sono, invece, altre “corti” per i Cinquestelle che, dati alla mano, partono dalla considerazione che ogni volta che si sono presentati soli alle elezioni, hanno ottenuto più voti di quanti raccolti in coalizione.

CHIARA GRIBAUDO

Alla finestra resta l’ala più a sinistra dello schieramento (Alleanza Verdi e Sinistra) che con il Pd andrebbe volentieri, meglio ancora se ci fosse M5S, ma con qualche difficoltà se i Dem optassero per una politica socialdemocratica. Questo lo scenario; restano sullo sfondo le candidature. Dalle parole di Gallo emerge che quella dell’ormai ex rettore del Politecnico Guido Saracco, sembra essere definitivamente sfumata, almeno allo stato dei fatti, perché in politica, che è «l’arte del possibile», nulla sembra essere definitivo. Inoltre, sempre il Pd, dovrà chiarire se il candidato presidente sarà Daniele Valle o Chiara Gribaudo che due giorni fa ha ribadito la sua disponibilità a sfidare Alberto Cirio, ma che ieri ha precisato che è disponibile a «fare un passo indietro» di fronte a una candidatura unitaria «che allarghi il perimetro delle alleanze». Sul fronte pentastellato, invece, la presenza di Chiara Appendino al tavolo della trattativa previsto venerdì, ha fatto sobbalzare qualcuno dalla seggiola. Potrebbe essere lei la candidata? Vale la risposta di prima: possibile, anche se molto improbabile.

DANIELE  VALLE

Se M5S corresse in solitaria, le ipotesi per la candidatura a presidente sarebbero sostanzialmente due, o la stessa Sarah Disabato, oppure un esponente autorevole della società civile. Un paragrafo lo merita la galassia centrista, tirata per la giacchetta da una parte e dall’altra. Un arcipelago che comprende i Moderati di Giacomo Portas, oggi stabilmente alleati con il Pd e vicini a Renzi; gli stessi “reziani” più organici a Italia Viva e i calendiani di Azione. Ma questi non sono gli unici gruppi di centro a cui entrambe le coalizioni fanno l’occhiolino. Ci sono le liste civiche, almeno due compagini che si presentano sotto il simbolo dello scudo crociato e poi i Popolari diGiorgio Merlo e Calleri di Sala. Tutte sigle che rappresentano un certo numero di voti, a cui si aggiungono movimenti e gruppi in ambito “pre politico” di volontariato e di impegno cattolico, che in passato hanno quasi sempre fatto la differenza. Un elettorato che, tra gli anni 70 e gli anni 80 a Torino aveva punito la Democrazia Cristiana e premiato il Pci, ma solo quello guidato da sindaco Diego Novelli, grazie anche alle buone relazioni che intercorrevano tra lui e l’allora cardinale, arcivescovo di Torino, Michele Pellegrino.

CHIARA APPENDINO

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