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VIABILITA'

In un anno più di 27mila multe in corso Vittorio Emanuele II. «Ma non tutte sono regolari»

Nel mirino la svolta in corso Castelfidardo

Sono state oltre 27mila le multe comminate dal t-red di corso Vittorio Emanuele II nel corso dell’anno passato, ma secondo qualcuno potrebbero esserci i presupposti per delle legittime contestazioni, almeno per una piccola parte di esse.

L’incrocio in questione è quello con corso Inghilterra e corso Castelfidardo, dove il sistema di videosorveglianza semaforico è attivo da febbraio dell’anno scorso, e le multe “contestabili” sarebbero quelle spedite agli automobilisti che hanno effettuato una svolta a sinistra da corso Vittorio Emanuele II verso corso Castelfidardo, passando dal controviale. A sostenerlo è Pierlucio Firrao, consigliere comunale di Torino Bellissima, secondo il quale il semaforo in questione risulterebbe “fuorviante” a causa dello scorretto posizionamento di una lanterna, che da tempo indurrebbe gli automobilisti a effettuare una svolta punita dal t-red con una sanzione. «Le corsie di canalizzazione poste all’intersezione tra corso Vittorio Emanuele II e corso Inghilterra sono tre: corsia di sinistra con obbligo di svolta a sinistra, corsia centrale con obbligo di proseguire dritto, e infine corsia di destra con possibilità di proseguire dritto o di svoltare a destra, ma le lanterne poste sopra l’intersezione risultano essere solo due, di cui una, quella per la svolta a sinistra, posizionata a metà tra due corsie - ha spiegato durante l’ultimo consiglio comunale - il posizionamento attuale, proprio sulla linea, induce gli automobilisti a pensare che si possa svoltare a sinistra anche dalla corsia centrale, azione che viene però punita con multe salate e la decurtazione di punti dalla patente».

Una lamentela comprensibile ma infondata, secondo l’assessora con deleghe alla Polizia municipale Gianna Pentenero, che nonostante abbia richiesto una modifica del posizionamento della lanterna ha precisato che «il semaforo è correttamente posizionato dal punto di vista normativo». «Se così fosse, non si spiega per quale ragione il Comune stia cercando di aggiustarne il posizionamento - commenta il consigliere - i sistemi di rilevamento automatico delle infrazioni si devono eleggere a strumenti per la sicurezza stradale, e non a strumenti di repressione o essere utilizzati per fare cassa».



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