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L'INTERVISTA DA AMSTERDAM
26 Gennaio 2024 - 18:13
Agnelli si confessa, da Ronaldo a Ceferin
«Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici» recita lo status di Andrea Agnelli su WhatsApp. Un uomo che si sente tradito, deluso ma che ha la coscienza pulita. Anzi, super pulita, come lui stesso ha detto in una lunga intervista rilasciata al Financial Times. Quasi una confessione, in cui l’ex presidente della Juventus, seduto al tavolo di un ristorante italiano di Amsterdam, dove vive da qualche tempo come avevamo rivelato per primi da queste colonne, ha parlato del passato ma anche del futuro. Senza escludere un clamoroso ritorno al suo vero e unico amore: la Juventus.
E per tutti gli amori si fanno dei colpi di testa. Quello di Agnelli ha un nome e un cognome: Cristiano Ronaldo. «È stata una buona mossa» rivendica, esprimendo poi quello che è il rimpianto più grande non solo suo ma di tutti i tifosi bianconeri: «Dammi Ronaldo e lasciamelo schierare senza una pandemia. Sarebbe stata una storia diversa». La realtà purtroppo è stata un’altra e dai mancati incassi di stadio e sponsor, dovuti al Covid, è arrivato quel buco in bilancio che è stato alla base delle manovre finanziarie che hanno segnato la fine della presidenza Agnelli. Ma lui rimane «convinto che tutto quello che abbiamo fatto sia regolare, fatto secondo gli standard finanziari. Sono tranquillo» ripete raccontando di aver detto ai suoi dirigenti: «Hai risorse che puoi spostare? Fallo. Se è legale, non vedo il problema». E anche sulla Superlega i rimpianti sono pochi: «Non ho puntato una pistola alla testa di nessuno - dice Agnelli, riferendosi agli altri club “ribelli” -. Hanno firmato tutti liberamente. Questa è stata una risposta ai problemi che il calcio ha avuto e continua ad avere: instabilità finanziaria, sostenibilità finanziaria, polarizzazione. Tra me e Ceferin non è stata una questione personale».
Il Financial Times poi spiega che Agnelli non esclude il ritorno alla Juventus anche se per ora è impegnato con la sua società Lamse e con una nuova impresa che sta cercando di far decollare. E ovviamente con la Superlega, rilanciata dalla recente sentenza europea che di fatto spiana la strada a una nuova competizione. Al momento ci sarebbero 50-60 squadre interessate ad aderire, ma non la “sua” Juventus. «Dateci tempo per lavorare - dice - non è che le cose accadono come per magia. Ora dobbiamo trovare i club, per poi raggiungere il consumatore» spiega, mostrando al giornalista una versione modificata di un murales in cui Agnelli era raffigurato mentre bucava un pallone. Adesso, al posto della sfera di cuoio c’è lo stemma dell’Uefa. La vendetta è servita. O è almeno in preparazione.
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