Cerca

La storia

Super magistrati senza confini: cos'è e come funziona la Procura europea

La sede di Torino è in un ufficio nascosto vicino a Porta Susa. Ma da lì partono indagini internazionali

Super magistrati senza confini: cos'è e come funziona la Procura europea

A due passi da Porta Susa c’è un palazzo anonimo, con una targa sulla porta: “Procura Europea - ufficio di Torino”. Ed è lì dentro, nelle sale al civico 9 di via Ruffini, che si scava nei bilanci e nelle fatture di società ed enti pubblici: obiettivo, scovare chi ha “alleggerito” ingiustamente le casse dell’Unione europea.
E’ questo il ruolo dei “super procuratori” Stefano Castellani e Adriano Scudieri, i due magistrati assegnati all’ufficio torinese di questo ente entrato in funzione meno di tre anni fa. E salito agli onori delle cronache solo l’altro giorno, quando è emersa la maxi truffa sugli pneumatici che ha portato cinque arresti e sequestri per 40 milioni (ribattezzata operazione Pit Stop).

Attiva solo dal 2021

La Procura europea ha come sigla “Eppo”, acronimo che richiama il nome in inglese: «Siamo come le altre procure ma abbiamo una dimensione internazionale - introduce Andrea Venegoni, procuratore europeo per l’Italia, che lavora nella sede centrale di Eppo in Lussemburgo - Quando ci sono indagini internazionali, grazie a una legge europea, ci possono essere scambi fra i magistrati dei vari Paesi. Così è molto più semplice indagare all’estero rispetto al passato».

A questa nuova Procura europea, nata ufficialmente il 1° giugno 2021, hanno aderito 22 dei 27 paesi della Unione europea: il risultato è una struttura investigativa comune pensata per tutelare il bilancio comunitario contro le frodi, la corruzione e il riciclaggio. Tradotto, i pm europei possono fare indagini su soldi che la Ue deve ricevere e sui finanziamenti diretti verso i singoli Stati, verificandone il corretto utilizzo e gli eventuali reati commessi.

«Pensiamo ai fondi strutturali, ai dazi doganali e agli aiuti agricoli, per esempio - prosegue Venegoni, diventato procuratore europeo lo scorso luglio - Poi c’è l’Iva: una quota dell’imposta che gli Stati riscuotono confluisce nel bilancio dell’Unione. Quindi, fra le nostre competenze, rientrano frodi sull’Iva che superino i 10 milioni di euro e riguardano almeno due Stati membri». E l’operazione Pit Stop riguardava proprio una grande evasione dell’Iva.


Faro su tasse e Pnrr

L’ufficio di Torino è una delle otto sedi in Italia e ha competenza su Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Ci lavorano una quindicina di addetti fra amministrativi, polizia giudiziaria e due magistrati. Che, con l’aiuto delle altre forze dell’ordine, ora possono mettere nel mirino hanno una lunga serie di potenziali reati: basti pensare ai tanti progetti che l’Europa finanzia dall’istruzione all’occupazione. O l’agricoltura: di recente è stato condannato un 55enne di Saint Denis (in Valle d’Aosta) su cui la Procura europea aveva indagato per frode agricola, visto che avevo ricevuto illecitamente dei contributi per l’alpeggio. A Torino e Genova, invece, sono finiti nei guai scuole e asili che avevano incassato fondi in modo illegittimo. E poi c’è il grande capitolo del Pnrr, che sta facendo piovere milioni e milioni di euro per le opere pubbliche: ci sono delle indagini in corso anche su questo fronte, che potrebbero concludersi nei prossimi mesi.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.