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Il caso

Dal Veneto fino al Piemonte, Fleximan e il rischio emulatori

I giustizieri dei velox sono in aumento. Gli automobilisti li paragonano a degli eroi

Dal Veneto fino al Piemonte, Fleximan e il rischio emulatori

Dal Veneto fino al Piemonte, Fleximan e il rischio emulatori

Le notizie si rincorrono di ora in ora e fare la conta degli autovelox distrutti risulta alquanto complicato. Soprattutto considerando che dal primo episodio assoluto (il 18 maggio nei pressi di Rovigo) il numero di raid e di emulatori ha cominciato a crescere esponenzialmente.

In Veneto, in otto mesi sono stati distrutti 15 dispositivi. E l’autore è ancora ignoto. Anzi, per molti è diventato un eroe. Un moderno “Robin Hood” in lotta contro un’amministrazione che vuole fare solo cassa. Un giustiziere della notte. Forse un uomo che colpisce a volto coperto, tanto che su Internet viene facilmente rappresentato con tuta e mantello. Proprio come Batman o Superman.

Il caso piemontese

Un primo Fleximan, responsabile di aver distrutto due autovelox, è stato identificato e denunciato in Piemonte. Si tratta di un 50enne identificato e denunciato per danneggiamento aggravato. Lungo le strade del Piemonte, nella notte tra l’11 e il 12 novembre scorso, (come si vede in un video registrato dalle telecamere di un locale) ha abbattuto due colonnine per il rilevamento della velocità sulla statale 337 della Val D’Ossola. Il valore del danno è stato quantificato in oltre 2mila euro.

Nel resto d’Italia

Come detto Veneto e Piemonte rappresentano solo due capitoli di quella che sembra essere diventata una storia senza fine. In Lombardia una decina di giorni fa, un autovelox appena installato è stato abbattuto lungo la strada statale Asolana, sul territorio del comune di Martignana di Po, nel Cremonese. Un impianto è stato abbattuto anche a Ruffano, nel Salento. A Carpi un autovelox è stato danneggiato con la vernice. E potremmo andare avanti all’infinito: sul web l’elenco si aggiorna quasi ogni giorno. C’è Faenza, Ravenna, Castel Bolognese. E ci sono i tre speed-box (le scatole destinate a contenere gli autovelox) danneggiati a Vezzano Ligure.

Il codice

La vicenda legata a Fleximan solleva interrogativi sulle dinamiche della protesta e sulla sua interpretazione dal punto di vista legale. Coloro che esprimono approvazione per gli atti compiuti rischiano, in termini penali, più di quanto rischierebbe un individuo che distrugge un “autovelox”?. Intrigante è considerare se l’azione di Fleximan rappresenti solo un caso da Codice penale o se possa essere interpretata in modo più ampio. Qual è la natura di questo criminale che sembra appassionare una parte dell’opinione pubblica?. Un piccolo dato: l’Italia detiene il primato mondiale per il numero di autovelox installati, quasi 12 mila, il doppio della Gran Bretagna e il triplo della Francia.

Tuttavia, l’utilizzo di questi dispositivi sembra essere più una fonte di entrate fiscali che uno strumento per garantire la sicurezza stradale, come richiesto dal Codice della Strada. Nell’ultimo anno, gli autovelox hanno generato 80 milioni di euro per gli enti locali, ma solo lo 0,5% di questa somma è stato destinato a migliorare la sicurezza stradale. Il resto ha finanziato varie opere e servizi, inclusi quelli considerati “sprechi burocratici”. Insomma per molti cittadini sono più che altro una tassa e - dunque - degni di essere abbattuti.

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