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LA STORIA
04 Febbraio 2024 - 17:00
Il primo vagito di Edoardo Russo, all’anagrafe, nonché 2,8 chilogrammi alla pesa dei neonati al Sant’Anna, suo papà Davide non lo dimenticherà mai. Come tutti quelli che hanno condiviso con lui la stessa esperienza, direste sulle prime. Ma lui ha un motivo più degli altri per ricordarsene a vita. E sta nel fatto che, insieme con sua moglie Maria Giovanna, sopratutto per la sua tenacia, sia stato il primo padre ad assistere al parto della moglie benché, all’ultimo istante della gravidanza, l’ostetricia le prospettasse un cesareo. Un primato che, certamente, lui non si aspettava. Ma, forse, sua moglie sì. Ed ecco perché.
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Primato e primogenito
«Lei, che nella vita fa l’avvocato e ha 31 anni, appena venuta a conoscenza del “cesareo” ha subito scritto alla direzione sanitaria dell’ospedale per chiedere di farmi partecipare alla nascita. E così è stato» racconta, a pochi giorni dalla gioia più grande, papà Davide Russo. Guai, insomma, a non esaudire i desideri di una puerpera per di più abituata alla toga e ad avere innanzi la sbarra dei giudici. Così il piccolo Edoardo, lei e il compagno della vita avranno per sempre un primato. «Siamo stati degli “apripista” in qualche modo». Già, perché d’ora in poi alla nascita con il parto cesareo - su selezione medica - potranno assistere anche i futuri genitori. Non solo, anche glia affetti prossimi di chi sta per dare alla luce una nuova vita. «Lei ci teneva tanto anche perché, sulle prime, ci aspettavamo un quarto naturale. Poi, visto che il bambino era podalico, abbiamo avuto, meglio, abbiamo dovuto “fare il cesareo” e, quindi, ci siamo mossi in anticipo chiedendo il permesso all’ospedale».
Ed ecco come è andata
A scrivere è stata proprio la moglie di Davide. «Ci teneva così tanto, non che io ci tenissi meno... Insomma, il primo figlio, l’emozione unica di stare vicino a lei. Quella è stata la cosa più più bella insieme con quella di assistere proprio alla nascita del nostro Edoardo». Non scontato che il papà non sia svenuto a quella “prima assoluta” in sala chirurgica. «Ammetto che la procedura è abbastanza cruenta ma io, appunto, non volevo perdere questa occasione, perché, alla fine, poi, non è un’occasione irripetibile? E, quindi, certo che sono stato ben contento. Poi io, personalmente, non sono una persona impressionabile. Sono un ingegnere e mia moglie è un avvocato, ma questo non conta». Perché ciò che conta. ora, non è altro se non «l’emozione di averlo visto venire al mondo, grazie alla disponibilità di tutti, ovviamente». Non farebbe altro che ringraziare il Sant’Anna il papà del piccolo Edoardo. «Io, pure, mi sono posto in un atteggiamento di di massima collaborazione e, quindi, mi dicevano dove mettermi e dove, dove spostarmi perché potessi assistere con i miei occhi alla nascita di mio figlio».
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