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L'INTEVISTA
14 Febbraio 2024 - 08:00
Ci tiene subito a mettere le cose in chiaro il professor Massimo Introvigne, sociologo e fondatore del Centro studi sulle nuove religioni (Censur) interpellato sulla strage di Palermo: «La situazione sembra essere un po’ diversa dall’inizio, questo esorcismo casereccio sembra essere fatto da un gruppuscolo autogestito senza collegamenti con realtà nazionali e internazionali, esistono centinaia di gruppi del genere di cui non si sa nulla finché non c’è un incidente, un crimine o un delitto che li porta all’attenzione delle forze dell’ordine e della stampa».
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Il professore ci tiene anche a fare un distinguo tra due mondi diametralmente opposti: «Qui le sette sataniche non c’entrano, stiamo parlando di un gruppo di cristiani conservatori che pensano di essere impegnati in una lotta contro il demonio, pensano di essere chiamati a una missione per combattere il demonio, siamo all’estremo opposto dello spettro religioso rispetto ai satanisti».
Il tema del demonio però «c’è in tutte le chiese cristiane, ne parla anche il Papa, poi ci sono persone per cui diventa un’ossessione e si formano talora gruppetti che si cimentano in pratiche esorcistiche “fai da te” ispirate al materiale che si può trovare su Internet» commenta lo studioso.
Il professor Massimo Introvigne
Nella maggior parte dei casi però «si tratta di atti innocui ma ogni tanto, - avverte - ci scappa anche il fattaccio e il morto se ad agire sono persone con una certa propensione e turbe di tipo psicologico o psichiatrico». Problemi psichici ma anche una forte componente religiosa che ci riguarda da vicino: «Questo può succedere sia per persone che si esprimono con un linguaggio protestante sia con un linguaggio cattolico». A tal proposito il direttore del Censur ricorda l’uccisione della piccola Maria Ilenia Politanò avvenuto vicino a Gioia Tauro nel 1994: «Si trattava di gruppo familiare cattolico formato da 5 o 6 persone che ha ucciso una bambina di due mesi pensando che fosse posseduta dal demonio».
Del resto l’esorcismo è riconosciuto dalla Chiesa cattolica, ma perché venga effettuato a regola d’arte bisogna rispettare dei dettami molto rigorosi: «L’esorcismo è una cosa seria, in genere si svolge attraverso regole ben precise e millenarie: nella chiesa cattolica ad esempio necessita dell’autorizzazione del vescovo e ha regole molto strette che impediscono deviazioni di qualunque genere» sottolinea Introvigne. «Ma se si fanno esorcismi caserecci - aggiunge - non c’è nessuna garanzia che questi rispettino le regole e nell’ipotesi che chi lo fa abbia dei problemi psichici si possono verificare dei crimini».
Il fascino del diavolo aleggia anche su Torino. Si legge spesso della nostra città come vertice della magia bianca e nera, con l’accesso agli inferi nel monumento del Frejus in piazza Statuto. «In gran parte tutto nasce da una famosa burla - ricorda il professore - creata da Gianluigi Marianini che scrisse un falso rapporto sui satanisti a Torino che fu poi pubblicato dal suo amico Vittorio Messori. Oggi si sa perché gli autori della burla hanno confermato che si trattava di uno scherzo goliardico, all’epoca infatti Marianini era Pontefice Maximo della Goliardia».
A parte gli scherzi: «A Torino ci sono preti esorcisti e anche satanisti, e c’è anche un motivo se la città viene accostata al diavolo» evidenzia il sociologo: «E’ dovuto al fatto che sia stata la casa del Risorgimento che i cattolici vedevano come il fumo negli occhi perché sapevano che i torinesi avrebbero attaccato Roma e lo Stato Pontificio».
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