Cerca

il fatto

Corteo a Torino, per sabato è alta tensione: ecco perché

Dopo gli scontri alla Rai con uova, bottigliate e cariche della polizia, tra due giorni si rischia la replica

Gli scontri con la polizia in via Verdi. Sabato c'è un altro corteo

Gli scontri con la polizia in via Verdi. Sabato c'è un altro corteo

La tensione già sale. Perché dopo sette agenti feriti, uova, bottigliate e portici del centro vandalizzati, il rischio di replica tra due giorni è alto. Anche perché i deus ex machina sono gli stessi che hanno messo a ferro e fuoco via Verdi l’altra sera. L’appuntamento è fissato: sabato alle 14.30. Partenza da largo Saluzzo, uno dei tanti cortei contro il conflitto in Medio Oriente. Che però forse non sarà pacifico dopo quanto accaduto l’altro ieri, a Torino e in altre città come Napoli e Roma.

Gli scontri passati
Sono decine i manifestanti identificati dalla Digos dopo i fatti alla Rai di via Verdi, con poliziotti e carabinieri che si sono visti arrivare uova e bottiglie di vetro. Sette agenti feriti, blindati vandalizzati, portici e negozi imbrattati. Ecco il resoconto della serata ad alta tensione, ma gli animi si potrebbero già riaccendere tra tre giorni. Perché a ben guardare chi quel corteo lo organizzerà, si notano sigle di movimenti noti per disordini e scontri. Come “Cambiare rotta” e “Osa”. La prima è un’organizzazione politica di estrema sinistra, che a dire il vero alle manifestazioni contro la guerra c’è sempre stata ma c’era anche a dicembre negli scontri al Campus e a ottobre nei disordini per l’arrivo della Meloni. E poi c’è “Osa”, Opposizione studentesca d’alternativa. Presenti sì alle manifestazioni del sabato, ma anche loro in prima linea negli scontri del Campus e nel giorno della premier a Torino. Ergo, è probabile che sabato le cose non andranno lisce come in passato.

Lo sfogo dei sindacati
Non è poi da escludere al corteo la presenza di Askatasuna. Centro sociale ora più che mai al centro di polemiche dopo la decisione della giunta di farlo diventare “bene comune”. Anche perché visto che la maggior parte degli identificati per gli scontri alla Rai è di Aska, chi già prima contestava la scelta di Palazzo Civico ora ha quasi un rigore a porta vuota. Dopo il duro commento della deputata Montaruli, che ha parlato di «Torino bersaglio dei professionisti dell’odio politico», alla carica tornano i sindacati di polizia, già prima in rotta di collisione col sindaco Lo Russo: «Il sindaco dica da che parte sta, perché dopo gli ultimi scontri il dubbio che la sua scelta abbia rafforzato l'auto-convinzione della tutela politica, nelle menti di questi violenti, è più che fondato. Quella alla Rai è stata l’ennesima aggressione nei confronti delle forze dell’ordine», così Siulp, Sap, Fsp e Coisp.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.