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LE REAZIONI AL TAVOLO IN COMUNE

Stellantis, ora trema la filiera torinese. Ecco perché

Le preoccupazione delle imprese e dei sindacati: «Hanno chiuso già 500 aziende»

Stellantis, ora trema la filiera torinese. Ecco perché

Si allarga il timore degli industriali e dei sindacati dopo il nulla di fatto al tavolo Stellantis convocato dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo. A preoccupare, oltre alla sorte di Mirafiori, è la tenuta di tutto l’indotto dell’automotive torinese. E ora la richiesta unanime è quella di aprire Mirafiori alla produzione straniera. A lamentarsi sono i vertici torinesi delle associazioni delle piccole e medie imprese Api e Cna, che hanno partecipato al tavolo, oltre ai segretari torinesi di Fiom, Fim e Uilm.

«Con questo tavolo è iniziato un discorso che riguarda la città ma se Mirafiori non riparte la nostra filiera rischia di morire» sottolinea il segretario della Uilm di Torino, Luigi Paone, che assicura: «Porteremo su tutti i tavoli nazionali i problemi di Mirafiori ma soprattutto dell’indotto».

Se la prende direttamente con Tavares il segretario della Fiom, Edi Lazzi: «Sta mettendo in scena un teatrino spregevole, serve un tavolo nazionale con i sindacati e Tavares in cui dica espressamente quali intenzioni ha per la produzione in Italia e a Torino. Anche perché - aggiunge - la situazione è disastrosa per tutta la filiera: dal 2008 a fine del 2023 sono sparite 500 imprese metalmeccaniche in Piemonte e 35mila persone hanno perso il lavoro». Per quanto riguarda lo stabilimento di Mirafiori, il segretario della Fiom chiede: «L’arrivo di una nuova produzione di city car - i marchi più quotati sono Leapmotor e Toyota -, ma anche un ripensamento delle infrastrutture con nuove paline elettriche e impianti fotovoltaici, oltre agli incentivi statali all'acquisto dei veicoli elettrici».

Sempre sul tema energetico verte la riflessione del segretario della Fim, Rocco Cutrì: «Bisogna lavorare con il governo sul tema dell’energia per convincere Stellantis a investire sul territorio: la nuova Ypsilon verrà prodotta a Saragoza perché lì c'è un grosso impianto fotovoltaico, mentre Mirafiori attende ancora un nuovo modello. Senza produzione - sottolinea - non ci può essere la filiera, ma è ancora più vero il contrario: la potenzialità dell’automotive torinese infatti esiste al di là di Stellantis, basti pensare che da anni le nostre imprese sono fornitrici delle industrie tedesche».

A mostrare una forte preoccupazione sono anche le associazioni di rappresentanza delle imprese: «Mirafiori ma soprattutto la filiera che ruota intorno all'automotive sta soffrendo senza nuovi progetti: tra tutti i nuovi modelli di Stellantis neppure uno è stato realizzato in Italia e io temo che si continuerà così» evidenzia il presidente di Cna Torino, Nicola Scarlatelli che aggiunge: «Bisogna consentire al mondo delle piccole e medie imprese di costituire un patto aggregativo con le istituzioni per avere un futuro, mi piange il cuore pensare che una cultura nata in questo territorio possa andare persa». Il presidente di Cna Torino non ripone però grande fiducia negli incentivi: «La strategia di un’azienda non può basarsi sugli incentivi, è necessario invece, come ha sottolineato il sindaco Lo Russo, realizzare progetti di sviluppo del territorio in ambito manifatturiero che rappresenta un’eccellenza».

Preoccupato è anche il presidente di Api Torino, Fabrizio Cellino, che ha appena ricevuto nella sede torinese l’ambasciatore algerino in Italia per valutare nuove opportunità di investimento per le pmi a Orano dove verranno prodotti ben sei modelli a marchio Fiat: «Qui non ci sono commissioni per il comparto manifatturiero, ma aprendoci all’estero potremmo avere un futuro molto più roseo rispetto a quello che pensiamo nell’arco di due anni. Ora però - aggiunge - cerchiamo di trovare delle soluzioni condivise con la filiera e le istituzioni per il futuro di Mirafiori».

Più soddisfatto delle dichiarazioni di Stellantis è invece il presidente dell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj: «Il mantenimento del presidio ingegneristico Stellantis a Torino rappresenta un obiettivo prioritario perché è dove si definiscono le innovazioni e si pongono le condizioni per lo sviluppo della filiera. A ciò si lega la produzione di veicoli che è necessario incrementare in modo significativo».

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