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La sentenza

Si sono fatte intestare 300mila euro da un anziano: condannate tre dipendenti del Comune di Torino

L'uomo, solo e analfabeta, aveva nominato assistenti sociali ed educatrici come sue "eredi universali"

Si sono fatte intestare 300mila euro da un anziano: condannate tre dipendenti del Comune di Torino

Foto di repertorio

In teoria dovevano aiutare quell'anziano, definito «solo, totalmente analfabeta e senza familiari di riferimento» anche dai magistrati che si sono occupati del suo caso. Invece ne hanno approfittato, facendosi nominare "eredi universali" e spartendosi circa 300mila euro fra soldi e proprietà. E per questo, stamattina, tre dipendenti del Comune di Torino sono state condannate per circonvenzione d'incapace: il giudice Paolo Gallo ha inflitto una pena di 1 anno e 8 mesi per due assistenti sociali e 2 anni per l'educatrice professionale che dirigeva l'equipe, che intanto è stata assolta dall'accusa di peculato (per una serie di prelievi con il bancomat della vittima, per un totale di 5.400 euro). Però è stata riconosciuta colpevole anche per essersi appropriata di un anello dell'anziano, di cui nel frattempo era diventata amministratrice di sostegno.

Il fatto è emerso dopo la scomparsa dell'uomo, avvenuta ad aprile 2020 a 78 anni di età. Cioè quando la figlia, assistita dall'avvocato Vincenzo De Rosa, ha sporto denuncia perchè ha scoperto che il padre, a maggio 2019, aveva firmato un testamento in cui nominava le tre dipendenti comunali come uniche eredi del suo patrimonio. Da lì sono partite le indagini di polizia locale e polizia giudiziaria, con testimonianze e intercettazioni telefoniche: così è emerso che il 78enne si era rivolto all'Ufficio Tutele del Comune, quello che si occupa di assistere anziani soli o persone che hanno bisogno di un amministratore di sostegno. Lui aveva chiesto aiuto perché era rimasto solo dopo che la moglie era stata ricoverata alla Rsa Carlo Alberto di corso Casale. Le tre operatrici, a quanto pare, si erano messe a disposizione e, su sua richiesta, lo avevano fatto ricoverare nella stessa casa di riposo. Intanto avevano segnalato alla Procura la necessità di nominare un amministratore di sostegno. Poco prima della nomina, però, avrebbero preso contatti con un notaio e accompagnato l’anziano a fare testamento, facendosi intestare tutto

Il pubblico ministero Fabiola D'Errico aveva chiesto 3 anni e 6 mesi per l'educatrice e 2 anni per le due assistenti sociali, assistite dall'avvocato Giuseppe Aghemo. Il quale, insieme al collega Nicola Bonino, che assiste l'educatrice, respingeva ogni accusa. 

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