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il caso

Striscioni strappati al parco: a Mirafiori scoppia la "guerra degli orti"

Atto vandalico ai danni di due banner in strada Castello. Ma c'è una spiegazione

Gli striscioni strappati al Parco Piemonte

Gli striscioni strappati al Parco Piemonte

Striscioni strappati e pure un tentativo di incendio. Tanto basta per riaccendere a Mirafiori Sud la “guerra degli orti”. Luogo del delitto è Parco Piemonte, area verde tra corso Unione Sovietica e strada Castello di Mirafiori dove da tempo si sta consumando una battaglia tra petizioni online e in Comune e accuse reciproche tra due enti: il comitato Parco Piemonte e Orti Generali. Il primo riunisce da anni residenti e associazioni di zona, il secondo dal 2018 gestisce all’interno del parco 160 orti urbani in accordo col Comune che ha affidato la concessione. A novembre, Orti Generali ha iniziato i lavori per creare altri 100 orti in più, sempre in accordo col Comune.

Azione che però non è andata giù al comitato Parco Piemonte, che sulla piattaforma change.org ha iniziato una raccolta firme per tutelare il polmone verde di Mirafiori Sud «da un’azione di privatizzazione». La petizione online ha raggiunto più di 700 firme, mentre quella cartacea ha toccato le 300 necessarie per essere presentata a Palazzo Civico. E poi ci sono gli striscioni, affissi in strada Castello e costati 1400 euro. A gennaio il primo atto vandalico: striscioni tagliati e un principio d’incendio. I responsabili? Ignoti. Ora, il secondo atto vandalico a danno dei banner, di nuovo strappati. Il comitato Parco Piemonte ha presentato denuncia al commissariato di polizia di via Olivero. «E’ la seconda volta che accade un fatto simile. Come comitato, la nostra petizione vuole sensibilizzare i cittadini sul fatto che Parco Piemonte ha quasi smesso di essere un parco pubblico e quello che sta accadendo è sempre più impattante a livello sia paesaggistico che ecologico», afferma Costanza Bernardi, tra le promotrici della petizione. Il riferimento, è all’ampliamento di Orti Generali al parco di Mirafiori Sud. «Sarà il Comune di Torino a parlare. Noi siamo solo dei soggetti attuatori di un progetto cittadino. Non siamo noi a doverci difendere da queste accuse», la replica di Orti Generali.

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