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INNOVAZIONE

Nasce a Torino il primo nano satellite Esa per la difesa della Terra

Il cubesat "Milani" dell'azienda "Tyvak International" partirà il 7 ottobre e dopo due anni raggiungerà l'asteroide Didymos per effettuare rilevazioni scientifiche

Nasce a Torino il primo nano satellite Esa per la difesa della Terra

Asteroide in rotta di collisione con la Terra? Niente paura, a Torino si sta studiando il modo di distruggerlo o di deviarlo grazie al nuovo cubesat “Milani”, realizzato dall’azienda Tyvak International, che sarà il primo nanosatellite dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a effettuare un viaggio interplanetario raccogliendo importanti informazioni su un asteroide.

VIAGGIO SULL'ASTEROIDE
“Milani”, realizzato e testato interamente all’interno dello stabilimento di via Orvieto 19 a Torino, è stato consegnato ieri all’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e a inizio ottobre partirà con la nave madre “Hera” per un viaggio di due anni con l’obiettivo di raggiungere l’asteroide Didymos, a quasi 500 milioni dalla Terra, e di effettuare le rilevazioni scientifiche necessarie per comprenderne la composizione. In vista di un’ operazione di difesa della Terra. Ovviamente si tratta di una sperimentazione perché, fortunatamente, l’asteroide Didymos non è in rotta di collisione con il nostro pianeta. L’asteroide è già stato colpito dalla sonda Nasa “Dart”, che ha dimostrato di poter deviarne la traiettoria, ed è già stato fotografato da un altro nanosatellite “Licia Cube”, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

IL PRIMATO DEL NANOSATELLITE MILANI 
«Noi invece andremo a fare scienza» sottolinea Giuseppe Santangelo, managing director di Tyvak: «Il nostro satellite - spiega - sarà il primo cubesat a orbitare attorno a un asteroide di cui cercheremo di caratterizzare la morfologia attraverso una camera iperspettrale. Con un altro strumento che si chiama “Vista” - aggiunge - analizzeremo le polveri presenti attorno all’asteroide per capire se possono ospitare o hanno ospitato forme di vita».

Il lancio di Hera avverrà in Florida il 7 ottobre e, dopo i 2 anni di viaggio, le operazioni scientifiche dureranno poi 6 mesi. «Alla fine - sottolinea Santangelo - cercheremo anche di atterrare sull’asteroide, durante tutto il tragitto resteremo in contatto con la nave madre attraverso altri satelliti a milioni di chilometri di distanza. E’ una tecnologia tutta da sperimentare che può dare risultati mai visti».

UNA PAGINA STORICA

«Anche per noi - evidenzia Ian Carnelli, responsabile del progetto Hera di Esa, - è la prima missione di questo tipo nello spazio profondo. Oggi è stata scritta una pagina di storia dell'esplorazione spaziale». L’obiettivo, conclude il ceo di Tyvak, Fabio Nichele: «era costruire il miglior satellite per la difesa planetaria e lo abbiamo raggiunto».
Milani, così chiamato in onore dell’astrofisico Andrea Milani, scomparso nel 2018, «ora è pronto per essere consegnato ad Esa e sottoposto ai test di sistema con Hera, per garantirne la validazione interfacce e la comunicazione end-to-end prima del lancio» spiega Margherita Cardi, responsabile del programma Milani di Tyvak.

Il risultato è stato possibile anche grazie al supporto di aziende, enti e università italiane, finlandesi e ceche, quali i Politecnico di Torino e Milano, Altec, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, Vtt, Huld, l’Università della Tecnologia di Brno, Kuva Space, l’Università di Helsinki, e l’Istituto di geologia dell'Accademia ceca delle scienze.

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