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Energia & Economia

Egea non fallirà: così gli investitori hanno salvato l'azienda

Determinante l'intervento di Iren con 85 milioni, ora si aspetta la decisione del Tribunale

Il risveglio di Egea: obbligazionisti salvano l'azienda dalla crisi

L'azienda Egea, una volta sull'orlo del fallimento, ha ora superato la crisi grazie alla straordinaria adesione degli obbligazionisti. Una storia che ha coinvolto 77 investitori e un solo imprenditore straniero, e ha visto un intervento determinante di Iren, la multiutility partecipata dal Comune di Torino.

Egea, l'azienda di Alba, con 1.300 dipendenti, che fornisce servizi essenziali a decine di comuni ed enti locali nel nord-ovest, si è trovata in una situazione cruciale. Aveva bisogno del consenso dei possessori di almeno il 60% delle obbligazioni non garantite - circa 11 milioni di euro - per evitare il fallimento. Questo non era un compito facile, soprattutto considerando l'assenza di garanzie e la presenza di un imprenditore straniero, che inizialmente era riluttante a sostenere il salvataggio. Tuttavia, nella serata del 19 marzo, Egea ha raggiunto e superato ampiamente la soglia necessaria, ottenendo il via libera per l'80% dei crediti.

Il raggiungimento di questa soglia ha segnato un importante passo avanti nel percorso di salvataggio di Egea, avviato nel giugno scorso. Ora, l'azienda prevede di restituire un minimo del 30% del credito agli obbligazionisti, con la possibilità di un aumento a seconda dei risultati futuri. Questo è reso possibile grazie all'intervento di Iren, che ha investito 85 milioni di euro e ora guiderà la "new-co" insieme alle banche detentrici di crediti garantiti per circa 160 milioni di euro.

Il superamento della crisi degli obbligazionisti ha aperto la strada alla ristrutturazione dell'azienda. I fornitori, ai quali è stato riconosciuto il 25% dei crediti maturati fino al 1° giugno scorso, e le banche, che riceveranno il 30% dei loro crediti non garantiti, stanno lavorando agli ultimi dettagli degli accordi. La strada è ora in discesa e porterà presto all'approvazione di distinti accordi di ristrutturazione da parte dei consigli di gestione e di sorveglianza della multiservizi albese, prima del necessario vaglio sull'intera operazione da parte del tribunale di Torino.

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