l'editoriale
Cerca
Il processo
26 Marzo 2024 - 07:30
La badante aveva già in tasca un testamento che la nominava erede universale dell’anziano di cui si prendeva cura. Ma voleva «spolparlo per bene» quando era ancora in vita, come aveva detto alla donna che assisteva quell’83enne durante il giorno. Così ha trovato quattro complici e lo ha fatto legare, imbavagliare e rapinare. Ora sono stati tutti rintracciati e accusati di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate in concorso: ieri la 72enne Maria Rovere, la “badante mandante”, ha patteggiato una pena di 4 anni (da scontare agli arresti domiciliari). Stessa sorte per uno dei rapinatori. Gli altri complici hanno scelto il rito abbreviato e sono stati tutti condannati a cinque anni di carcere.
In sostanza, hanno ricevuto tutti condanne simili nonostante abbiano avuto ruoli diversi nella vicenda: secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile, coordinati dal pubblico ministero Paolo Scafi, fra Rovere e l’83enne c’era stata una relazione. Una volta finita, lui le ha chiesto di dargli una mano per la notte. La pagava 600 euro al mese e in più le ha firmato un testamento con cui intestava tutto a lei (mai depositato). Però lei voleva di più e ha coinvolto una coppia di Venaria cui ha consegnato le chiavi dell’appartamento dell’anziano. Che le hanno poi passate ai due rapinatori: loro, la sera del 6 giugno 2022, sono entrati nella casa a colpo sicuro.
Sapevano che avrebbero trovato la loro preda da sola e davanti alla tv: col volto nascosto da un passamontagna e pistola in pugno, lo hanno preso a calci e pugni in faccia e alla testa. Gli hanno messo uno straccio in bocca per non farlo urlare e gli hanno legato le mani con delle fascette da elettricista. Quindi hanno afferrato un Rolex da 5mila euro, altri due orologi di valore e un cellulare Brondi. E sono scappati, lasciando in casa 1.900 euro in contanti che l’83enne aveva prelevato il giorno stesso a uno sportello bancomat. Un particolare che ha insospettito gli investigatori della Squadra mobile, intervenuti mentre l’anziano veniva trasportato all’ospedale Cto e poi dimesso con una prognosi di venti giorni.
Le successive indagini hanno permesso di stringere il cerchio sui cinque complici, il cui ruolo è stato ricostruito anche grazie a cimici e applicazioni nei cellulari: Rovere, intercettata da una microspia nella sala d’attesa della Questura, ha detto: «Sta m... di vecchio è ancora vivo». I rapinatori, invece, sono stati “pizzicati” a dire «Comunque il vecchio c’è ancora e la mandante è lei». E ancora: «Voglio capire come cacchio sono usciti i nostri nomi, sarà stata quella cretina di m…: se l’è cantata». Anche il giudice, ai tempi dell’arresto, aveva sottolineato «l’efferatezza con cui sono stati commessi i reati nei confronti di un soggetto anziano, solo, indifeso e il ruolo centrale che ha assunto la domestica dimostrano la sua estrema pericolosità».
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..