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Politica

La corsa solitaria fa paura ai Dem e si torna a parlare di "campo largo"

Negoziati segreti per trovare un candidato civico che unisca Pd, sinistra e M5s, ma forse è troppo tardi

Il voto

Alle urne l'8 e il 9 giugno

«Non è vero che senza “campo largo” il Pd sia finito. Prede, semplicemente. Almeno in Piemonte», dice quasi sconsolato un dirigente dem che ha vissuto primavere migliori. E dopo la giornata inebriante che ha visto l’incoronazione pro tempore di Gianna Pentenero quale candidato alla presidenza della Regione, i consiglieri che tentano la riconferma, numeri alla mano, si sono resi conto che la rielezione per molti di loro, almeno a queste condizioni, sarà difficile. I più ottimisti azzardano «sei eletti nella provincia di Torino», i più pessimisti, «tre più Gianna». In questo ultimo caso sarebbe una vera debacle, complice anche la nuova legge elettorale. E considerando che per una campagna ben fatta, ciascuno dovrà spendere molti quattrini, il rischio di rimanere a casa dopo aver accumulato debiti, è un’eventualità che non piace a nessuno, almeno tra gli uscenti. Per questo alcuni di loro stanno riconsiderando l’ipotesi di un “campo più largo” che, complice un po’ di fortuna, potrebbe anche portare alla vittoria. «La politica non è aritmetica - continua il dirigente dem (quello che ha vissuto primavere migliori) - e viceversa. Ma se guardiamo i numeri puri e le intenzioni di voto, il campo largo oggi è dietro di neppure l’1%».

In ogni caso la legge elettorale sarebbe più generosa nei confronti di un’unica coalizione di minoranza rispetto ad un arcipelago di partiti. Proprio partendo da qui, sembra essersi riacceso un negoziato “sotterraneo” con M5S. Una conferma indiretta la si è avuta ieri da un comunicato firmato dai segretari piemontesi di Sinistra Italiana ed Europa Verde, Rosso e Trombin: «Ci siederemo nuovamente al tavolo di coalizione, ma con l’intento di tenere la porta aperta a tutte le opposizioni e a tutte le energie che vogliono davvero essere alternative a Cirio e i suoi alleati». Nei giorni scorsi, forse un pò goffamente, qualcuno già aveva posto la questione “campo largo” estraendo dal cilindro il nome di Mauro Salizzoni, l’ex Barnadr italiano campione di preferenze alla scorsa tornata elettorale. Un nome gradito alla sinistra più di Pentenero (Salizzoni proviene da Rifondazione Comunista), ma sul quale Chiara Appendino e Sarah Disabato non hanno fatto una piega. Insomma, la candidatura di Gianna Pentenero ora traballa, ma potrebbe diventare definitiva a fronte di un accordo chiaro con Italia Viva di Silvia Fregolent (sempre che il partito di Renzi decida di competere con una lista e non solo con due, tre candidati presenti in qualche compagine della coalizione). Dunque, Italia Viva rappresenterebbe la polizza che assicura la candidatura di Pentenero, ma l’accordo, finora, non è stato siglato. Cresce, invece, l’attesa di quel “papa straniero” evocato da Giorgio Ardito, ai tempi ideatore della candidatura di Valentino Castellani a sindaco e oggi, Camerlego (mutatis mutandis) da cui si attende il fatidico annuncio: “Habemus Papam”. Ma, come dice lui stesso, «è tutto molto difficile» e il tempo sta per scadere.

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