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Il retroscena
07 Aprile 2024 - 12:00
John, Lapo e Ginevra Elkann con la nonna Marella Caracciolo
In ogni guerra ci sono i generali e i soldati. E non possono mancare neanche nel conflitto dentro la famiglia Agnelli, con mamma Margherita da una parte e i figli John, Lapo e Ginevra Elkann dall’altra: loro sono i generali, i soldati sono infermiere, governanti, giardinieri, segretarie. Che sono divisi in «due schieramenti», come sottolineano i giudici. E ora rischiano di diventare decisivi nella guerra per l’eredità dei nonni Marella e Gianni Agnelli.
Il ruolo dei domestici, infatti, è al centro dell’inchiesta che vede i fratelli Elkann accusati di evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato sull’eredità di Donna Marella e dell’Avvocato (insieme a Gianluca Ferraro). Il punto di partenza dell’indagine, infatti, è la residenza della donna, scomparsa nel 2019 dopo aver sofferto per anni di Parkinson. Passava ancora la maggior parte dell’anno in Svizzera oppure viveva in Italia, dove poteva essere curata più facilmente? Secondo i giudici del Tribunale del Riesame, i tre nipoti «erano in buoni rapporti con la nonna ed è verosimile che sapessero della frode». Ma chi seguiva sempre Marella Caracciolo erano altri: come l’addetta alle pulizie di Villar Perosa o le infermiere, «dirette testimoni del progressivo ammalarsi di Donna Marella», come scrivono i giudici del Riesame. Infatti «hanno dato atto di come ella, per forza di cose, fosse molto presente in Torino, pur mantenendo le più recenti abitudini di svernare in Marocco e trascorrere ampie parentesi estive in Svizzera».
La presenza in Italia della vedova Agnelli, secondo l’accusa, veniva nascosta facendo risultare i suoi domestici come dipendenti altrui. Anche su questo punto contano le dichiarazioni dei diretti interessati: «Governanti e segretarie hanno confermato il massivo mutamento del loro datore di lavoro» ricordano i giudici. Per esempio, la segretaria personale di Donna Marelli, per esempio, fu assunta prima da John Elkann e poi da una società della galassia Exor.
Sulla parole dei dipendenti hanno puntato il dito i legali degli indagati, sostenendo che siano stati «condizionati da Margherita Agnelli e dal suo legale». I giudici ne danno atto ma poi precisano che le ritengono irrilevanti. Salvo aggiungere: «I dipendenti sono stati, loro malgrado, divisi in due schieramenti e compulsati, prima della convocazione, da ambo i contendenti delle cause civili».
In merito, il Tribunale sottolinea la «evidente prudenza» di due di loro. Non solo: negli atti emerge anche che altri due lavoratori sono stati intercettati a fare allusioni sulla ricerca di vantaggi dalla vicenda.
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