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Eredità Agnelli

"Dottore, c'è la Finanza", così hanno trovato il caveau di John Elkann

Intercettati dipendenti e factotum, ma anche il commercialista e lo stesso nipote dell'Avvocato

"Dottore, c'è la Finanza", così hanno trovato il caveau di John Elkann

Foto di John Elkann Getty Images

È stato un telefono a “tradire” John Elkann nel caso dell’eredità di Marella. Una telefonata intercettata dalla sua villa sulla collina torinese, mentre la Guardia di Finanza era già al cancello (che è a quasi mezzo chilometro dalla casa vera e propria). Poco tempo per proteggere quelle «carte da nascondere», anche perché gli investigatori già sapevano tutto, soprattutto del caveau di Elkann dove andare a cercare.

È fatta di retroscena ancora parziali questa nuova fase dell’indagine sulle dichiarazioni dei redditi infedeli della vedova dell’Avvocato che vede i tre fratelli Elkann indagati, ora, anche per truffa aggravata ai danni dello Stato. Nel decreto di sequestro notificato l’altro giorno, infatti, si accenna all’esistenza di intercettazioni telefoniche non solo del personale degli Elkann o dei dipendenti delle società, ma dello stesso presidente di Stellantis e, fatto più problematico, del suo commercialista nonché presidente della Juventus Gianluca Ferrero.

Difatti è nella cantina del suo studio, in via Amerigo Vespucci, che i finanzieri hanno trovato del materiale riguardante la residenza in Svizzera di Donna Marella, una residenza «fittizia» ora, secondo i magistrati. I quali hanno ora in mano delle annotazioni della segretaria di Marella che aveva tenuto conto di tutti i suoi spostamenti, fra Italia, Marocco e Svizzera, nel corso degli ultimi anni. Con soli due mesi di domicilio effettivo nella villa nel cantone di Berna, troppo poco per mantenere il suo status di “espatriata”.

«Finché la signora X è viva il nostro obiettivo principale deve essere quello di mantenere e proteggere il suo permesso permanente di residenza in Svizzera (il cosiddetto permesso C)» recita uno dei documenti recuperati durante la perquisizione, materiale che «risulta disegnare una strategia che - sia per le fasi in cui Marella Caracciolo sarebbe rimasta in vita che per il periodo post mortem - scandisce le condotte che avrebbero dovuto essere attuate per scongiurare il rischio del disconoscimento della sua residenza in Svizzera». Dunque, originando l’elusione delle somme al Fisco - relative al vitalizio che Marella riceveva dalla figlia Margherita -, ma anche dubbi sulla validità degli atti testamentari, incluse cessioni e donazioni della “cassaforte” Dicembre, su cui, annotano i pm, ci sono delle «opacità» proprio in termini di obblighi fiscali.

La mattina delle perquisizioni, l’8 febbraio, è stata Carla Cantamessa, storica segretaria degli Agnelli/Elkann e incaricata della gestione delle varie case - considerato che John Elkann passa la maggior parte della sua vita a New York con moglie e figli o a Parigi -, a telefonare a Ferrero per chiedere consiglio su certi documenti. Ma le intercettazioni, di cui ancora non si conosce tutto il contenuto, erano in atto già da un mese. E adesso telefoni, pc, cloud sul Web devono essere nuovamente analizzati e periziati, per capire se e come questa “strategia” sia stata portata avanti da Ferrero e dagli Elkann.

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