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il ministro in città
13 Aprile 2024 - 08:56
Matteo Piantedosi ieri al convegno "Sicurezza" organizzato dalla Lega
La democrazia a rischio per colpa delle infiltrazioni della mafia. I recenti terremoti a Torino e non solo (a Bari, per esempio) scuotono da una settimana la politica locale e fanno riflettere il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ieri in visita sotto la Mole per il convegno “Sicurezza”, organizzato dalla Lega alla Casa Teatro Ragazzi di corso Galileo Ferraris. Tanti i temi toccati, dall’esercito a Barriera di Milano al caso Askatasuna, ma è stato impossibile, anche per Piantedosi, non parlare della ‘ndrangheta, che nel Torinese ha messo le mani su autostrade e grandi opere. «Qui è in gioco la democrazia. La mafia oggi spara sempre di meno ma ha bisogno di amicizie nelle imprese e nella politica per continuare i suoi traffici. Non solo per controllare le grandi opere, ma anche per riciclare la droga». Tuttavia, all’ipotesi di inviare (come per Bari) gli ispettori a Torino, il ministro dell’Interno si è limitato a rispondere che «si tratta di due casi diversi».
Capitolo Askatasuna. Sul centro sociale che il Comune vuole legalizzare Piantedosi ha affermato che «è una questione locale. Si tratta di un immobile di proprietà del Comune di Torino e la proprietà ha un ruolo dirimente sulle sorti di Askatasuna». E però proprio su Askatasuna sono arrivati gli attacchi più duri dal palco leghista nei confronti del sindaco Stefano Lo Russo. «La Lega, a differenza di quanto vuole fare “qualche sindaco” (il riferimento è ovviamente a Lo Russo, ndr) non consentirà mai la regolarizzazione di un centro sociale che provoca insicurezza e allarme», ha detto il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni. «Askatasuna è una ferita aperta della nostra città. Finora ci è stato impedito di entrare in quell’immobile. Vogliamo farlo e lo faremo, per capire cosa sta succedendo lì dentro», così la deputata Elena Maccanti.
In conclusone, Piantedosi si è soffermato su un caso che non riguarda Torino, ma in generale le nostre coste, quello della nave Mare Jonio. Secondo la ong Mediterranea Saving humans, il ministro avrebbe mentito al Senato sugli spari dei libici alla nave. «Un ministro non può mai mentire al Parlamento», si è limitato a dire Piantedosi.
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