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Gratteri a Torino: «La mafia? Oggi il pericolo sono gli hacker»

Il procuratore al Politecnico: «Costruiamo nuove carceri coi soldi del Pnrr»

Nicola Gratteri al Politecnico di Torino

Nicola Gratteri al Politecnico di Torino

Pnrr ultima risorsa per costruire nuove carceri al posto di quelle, vecchie e pericolanti, che abbiamo in Italia (comprese le nostre Vallette). E una mafia che oggi fa più paura con i suoi hacker piuttosto che con pistole e mitragliatrici. Ha parlato in un’aula magna del Politecnico gremita di studenti Nicola Gratteri, procuratore di Napoli e da sempre in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata, nel corso dell’incontro “Mafie 4.0: come cambiano le organizzazioni criminali nel cybermondo”.

Pnrr per fare le carceri
Mafia ma non solo, perché Gratteri ha affrontato anche il tema delle carceri. Tre giorni fa, il sindacato Osapp della penitenziaria ha lanciato la provocazione: demolire il penitenziario delle Vallette e rifarlo daccapo. Visto che il suo tasso di sovraffollamento è del 113%. «Abbiamo i soldi del Pnrr - ha esordito Gratteri - e se non costruiamo adesso almeno due o tre carceri in Italia, non lo faremo mai più». E per ridurre il numero dei detenuti nelle galere? Per Gratteri, la ricetta è «confiscare già da ora tre palazzi alle mafie, recintarli e realizzare delle Rems, per metterci dentro i detenuti psichiatrici che non devono stare in galera. Più avanti, stipulare accordi con le Asl per mandare in comunità terapeutiche i reclusi con problemi di tossicodipendenza». Detenuti che, oggi, «ci costano all’incirca 180 euro al giorno».

Il pericolo hacker
Davanti agli studenti, Gratteri ha poi affrontato la piaga delle nuove criminalità. «Oggi il vero nemico sono gli hacker. Basta che uno di loro entri nei computer di un’azienda di Torino, Biella o ad esempio Cuneo, blocchi i server, rubi i dati per chiedere poi un riscatto milionario. Per non parlare di quando questo succede alla pubblica amministrazione». Nessun commento, invece, sul terremoto ‘ndrangheta in Piemonte: «Non parlo di inchieste che non conosco», taglia corto Gratteri. Sui processi, invece, «bisogna annullare tutte le ultime riforme della giustizia, a cominciare dalla Cartabia».



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