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ASTI

Più di mille caprioli saranno uccisi, via alla strage ma la Lav è pronta alla guerra legale

Gli animalisti vogliono fermare la strage ordinata dalla Provincia

Strage di caprioli in corso nella provincia di Asti

Strage di caprioli in corso nella provincia di Asti

La Provincia di Asti vuole uccidere più di mille caprioli. Una decisione considerata grave e inaccettabile dalla LAV di Asti, che oggi ha comunicato di esserci mobilitata per fermarla.

Il 28 marzo la Provincia di Asti ha approvato il “Piano straordinario e speditivo di contenimento delle popolazioni stabili di capriolo in provincia di Asti”. Secondo gli attivisti della LAV, questa definizione, definita asettica, cela lo sterminio di 1.240 caprioli, il 30% della popolazione stimata su tutto il territorio provinciale.   

«La Provincia di Asti ha lanciato una vera e propria operazione di guerra contro i caprioli – denuncia Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV Animali Selvatici – accusati di causare danni all’agricoltura e incidenti stradali; tuttavia, il piano della Provincia non riporta alcuna prova degli incidenti e i danni a loro imputati sono meno che risibili». 

Il piano provinciale, secondo la Lav, conterrebbe infatti numerose violazioni della norma nazionale sulla tutela degli animali selvatici, come:

- mancanza del parere obbligatorio di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale);

- mancanza di dati di riferimento agli incidenti stradali che sarebbero causati dai caprioli;

- soltanto otto delle quarantuno aree censite nel 2023 hanno riportato danni all’agricoltura imputati ai caprioli;

- grave approssimazione del censimento della popolazione di caprioli presenti in provincia perché riferito solo al 14% della superficie provinciale;

- mancanza di verifica dei metodi ecologici che la legge impone di utilizzare prima di poter redigere un piano di uccisioni.

Tutti questi elementi sono stati inseriti in una diffida dall’ufficio legale della LAV inviata oggi al Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero, intimandogli l’immediata cessazione delle attività di uccisione dei caprioli e avvisando che, nel caso di un solo capriolo ucciso, la LAV segnalerà alla Corte dei Conti tutti coloro che hanno votato a favore del piano di controllo. 

I gravi profili d’illegittimità contenuti nel piano potrebbero infatti configurare  un danno erariale, analogamente a quanto accaduto nel 2018 al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che ha dovuto sborsare quasi un milione di euro per il danno causato alla collettività avendo consentito l’uccisione di animali selvatici in violazione delle norme nazionali di tutela.

«Se si considera che gli animali uccisi saranno poi destinati ai cacciatori, questo piano sembra predisposto più per riempire i loro freezer che per contenere danni e incidenti praticamente inesistenti sul territorio della provincia afferma la LAV – ora attendiamo le decisioni della Provincia, auspichiamo che prevalga il buon senso e che le operazioni di uccisione vengano definitivamente cancellate in favore di azioni non cruente e non letali che possano favorire la convivenza tra i caprioli e le attività umane che si svolgono sui loro territori». 

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