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PIANO DI CONTENIMENTO
16 Febbraio 2024 - 15:48
A Torino e in provincia devono essere abbattuti 800mila colombi
Un colombo su tre deve essere abbattuto: circa 800mila uccelli da catturare e uccidere. In sostanza, è questo quanto è stato deliberato, all’unanimità, dal consiglio della Città metropolitana di Torino per cercare di porre un freno ai danni causati dai volatili alle colture agricole e ai rischi sanitari che potrebbero causare.
Il Piano di contenimento del colombo, valido per gli anni che vanno dal 2024 al 2029, prevede nel dettaglio le misure che saranno adottate contro i colombi: dai dissuasori sonori, alle gabbie-trappola fino alla caccia vera e propria. I metodi incruenti prevedono l’uso, nei campi coltivati, di cannoncini a gas con detonazioni temporizzate, di sagome dissuasive di varia forma o palloni gonfiati con elio che rimangono sospesi in aria. Quando questo non basterà, si passerà all’uso di fucili con canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12. In città ovviamente non si sparerà ma sarà possibile catturare i colombi con gabbie-trappola (fornite dalla Città metropolitana): il personale incaricato dovrà controllarle almeno una volta al giorno per liberare eventuali uccelli di altre specie e garantire che i colombi non muoiano di fame all’interno. Ma per loro non ci sarà comunque pietà: «La soppressione degli animali catturati - si legge infatti nel Piano - andrà attuata tramite traslocazione cervicale».
«Le misure incruente e dissuasive per il controllo della specie - spiega il consigliere metropolitano Gianfranco Guerrini, delegato all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora - non si sono rivelate sufficienti per contenere la densità di popolazione del colombo: è pertanto necessario il controllo diretto della specie». Di quanto? Nel Piano si legge che l’attuale densità della popolazione dei volatili è stimata in poco superiore ai 600 esemplari al chilometro quadrato. L’obiettivo è portarla almeno a 400. Quindi, in sostanza, in provincia di Torino un colombo su tre deve essere ucciso.
L’adozione del Piano è stata accolta con entusiasmo da Coldiretti Torino in quanto i colombi «provocano danni enormi anche all’agricoltura». «Ci siamo mossi a fronte all’esasperazione degli agricoltori - ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - Sempre più soci vengono nei nostri uffici di zona a chiedere misure di depopolamento dei piccioni». Nelle campagne, le operazioni di controllo potranno essere svolte da operatori muniti di licenza di caccia (come già avviene per l’autodifesa agricola dal cinghiale) che avranno frequentato un apposito corso. Coldiretti stima una presenza, su tutto il territorio, di circa 2,5 milioni di colombi. La stima dei danni al solo comparto agricolo è di una perdita di circa 400mila quintali di cereali, soia, girasole, tra perdite in campo, germogli appena nati e mangimi animali becchettati, per un valore di circa 5 milioni di euro l’anno.
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